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Al di là delle nuvole

Regia di Michelangelo Antonioni, Wim Wenders vedi scheda film

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La recensione su Al di là delle nuvole

di barabbovich
2 stelle

Imbarazzante trasposizione cinematografica di una serie di racconti di Antonioni (raccolti in Quel bowling sul Tevere) - scritta quando la grave malattia che ha colpito il Maestro ferrarese era ai primi sintomi - che vorrebbe essere una riflessione sull'amore, la vita e la morte e, ancora una volta, una sonda sull'universo femminile. Quattro le storie narrate. Nella prima (Cronaca di un amore mai esistito), un giovane (Kim Rossi Stuart) vive a Ferrara una singolare avventura con una maestrina (Ines Sastre) tra allontanamenti e ritrovamenti, ma rinuncerà inspiegabilmente all'amplesso con lei. Nella seconda (La ragazza, il delitto), un regista (John Malkovich, che è anche l'alter ego di Antonioni) resta folgorato a Portofino dall'incontro con una misteriosa parricida (Sophie Marceau). Il terzo capitolo (Non mi cercare) narra l'incontro parigino tra due persone (Fanny Ardant e Jean Reno) accomunate dal tradimento subito dai rispettivi partner. La quarta trama (Questo corpo di fango) riassume uno dei motivi conduttori del film, quello del confronto tra i corpi: un giovane (Vincent Perez) segue una ragazza in procinto di entrare in convento (Irene Jacob) per le vie di Aix-en-Provence. Inesistenti i dialoghi (con l'ormai intollerabile presenza di Tonino Guerra), pessima la recitazione (persino quella di Mastroianni), troppo insistito il ricorso all'erotismo, delirio senile di Antonioni. Gli unici momenti apprezzabili sono alcune scene in esterni girate da Wenders.

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