Regia di Giorgio Ferroni vedi scheda film
L'unico rimedio per la siccità che soggioga la terra pare essere un sacrificio umano agli dei dell'Olimpo; ma, una volta scelta la fanciulla per il rito, è Dioniso in persona a scendere fra i terrestri per evitare il peggio.
La trama è grossomodo quella dell'omonima opera di Euripide, tragedia scritta circa quattro secoli avanti Cristo; la sceneggiatura firmata da Giorgio Ferroni e Giorgio Stegani non fa che spettacolarizzare e farcire di azione e pathos il canovaccio di base. Ferroni, classe 1908, non aveva più granchè da dimostrare al mondo della celluloide; mestierante senza infamia nè lode, portò a termine questo peplum come qualsiasi altro lavoro, confezionandolo alla buona con i pochissimi mezzi a disposizione e cercando di puntare all'intrattenimento più terra terra. Scenografie cartonate, costumi approssimativi ed effettacci speciali da due soldi sono le armi (spuntate) con cui Ferroni e il suo cast tecnico devono farsi avanti; il regista si occupa anche del montaggio, a dimostrazione del ruolo da protagonista, per le pellicola, riservato all'arte di arrangiarsi. Sulla scena compaiono invece nomi del calibro di Pierre Brice, Alberto Lupo, Alessandra Panaro, Taina Elg, Akim Tamiroff ed Enzo Fiermonte: neppure tanto male, anche se rispetto al solito film mitologico italiano di quegli anni si nota la mancanza di muscoloni nei ruoli centrali del lavoro. Al di là della povertà estetica del risultato, rimane il piacere di osservare con quanta facilità si girasse cinema ai tempi, sfruttando al massimo quel poco che si aveva. 2/10.
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