Regia di Sebastián Lelio vedi scheda film
L'anziano rabbino di una comunità inglese ebrea assai coesa muore. Al suo funerale arriva, del tutto inattesa, l'unica figlia dell'uomo (Weisz), che ha ricevuto la notizia dalla moglie (McAdams) del discepolo prediletto del defunto (Nivola). Tra le due in passato c'era stata una storia di amore saffico fortemente osteggiata da tutta la comunità. Il nuovo contatto riaccende la vecchia fiamma.
Il cileno Sebastian Lelio si conferma il cantore di personaggi femminili sempre piuttosto estremi, come in Gloria e Una donna fantastica. Qui però il racconto - tratto dall'omonimo best seller di Naomi Alderman - arranca, l'enfasi sullo stigma della protagonista (accolta come una vera straniera, nonostante i suoi tentativi di stare nelle righe) è a tratti eccessiva ma l'apologo sulla discussione di principi morali gravidi di conseguenze, di cui deve farsi carico l'aspirante rabbino, riscatta in parte certe lungaggini del film.
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