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Il cratere

Regia di Silvia Luzi, Luca Bellino vedi scheda film

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La recensione su Il cratere

di alan smithee
7 stelle

ARTEKINO FESTIVAL 2018 - VENEZIA 2018: SETTIMANA DELLA CRITICA

Una ragazzina dotata di una voce da usignolo; un padre giostraio di origine napoletana che intravede nella figlia quindicenne, lo strumento ideale ed opportuno per ottenere quella stabilità economica che il lavoro quasi da nomade con cui tira a campare, non gli consente nemmeno di poter sognare.

Ecco pertanto che per Rosario, la carriera della figlia Sharon diviene una vera e propria ossessione, al punto da non lasciarla un attimo e sottoporre la piccola, ad una tensione ed uno stress che divengono per la piccola insostenibili.

E' notevole l'esordio nel lungometraggio della coppia registica rappresentata da Silvia Luzi e Luca Bellino: una storia di un tentativo ossessivo di riscatto sociale, ove il miraggio di arricchirsi e fare fortuna si scontra con le illusioni da "vincita facile e sicura" che Rosario e la moglie promettono a gran voce dal microfono del loro banco della fortuna itinerante. 

"Si vince sempre" promettono gli imbonitori, sapendo loro per primi quanto è difficile riuscire veramente ad ottenere quella stabilità economica che deriva da un talento indiscusso e fuori dal comune, e dalla capacità di farlo risaltare sulla folla.

Splendidi, veri come lo sono nella vita, o quasi, i due interpreti principali, padre e figlia per davvero: Rosario e Sharon Carroccia, perfetti a rendere cinematograficamente loro stessi o qualcosa di assai simile alle singole identità che probabilmente i due si ritrovano a vestire nella realtà.

Meraviglioso, intensissimo risulta l'incipit, con la travolgente Sharon che ripassa la lezione sul Verga e poi passa al francese, secondo una interdisciplinarietà di fatto esaltante e sinceramente, genuinamente esilarante: esemplare l'approccio mnemonico, stratagemma tipico di ogni studente, forzato ad apprendere nozioni distanti anni luce dalla propria realtà e situazione, proteso pertanto all'apprensione nel modo più disincantato e gioioso con cui l'adolescente non rinuncia a condividere altri e ben più sentiti interessi: magnifico davvero, più vero del vero.

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