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Carogne si nasce

Regia di Alfonso Brescia vedi scheda film

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La recensione su Carogne si nasce

di mm40
2 stelle

Far west. Il terribile Donkey, cioè Mulo, arriva in città. Il procuratore distrettuale ne approfitta per fare di lui un bounty killer al servizio della legge, prima che il Mulo passi dalla parte opposta.

 

Alfonso Brescia - che qui, come di consueto all'epoca, si firma Al Bradley - aveva cominciato nella prima metà degli anni Sessanta come aiuto di Mario Caiano, Mario Amendola e altri; in tale veste lavorò anche ad alcuni peplum, genere nel quale si fece poi le ossa come regista, passando quindi allo spaghetti western verso la fine del decennio. Il filone era intasato di titoli e per lo più si trattava di materiale prodotto con due soldi e ancor meno idee; in tale ambito Carogne si nasce può avere un suo perchè, ma presa di per sè la pellicola lascia parecchio a desiderare da quasi ogni punto di vista. C'è da dire che Brescia nell'azione se la cava; per il resto però il film non ha più di tanto mordente e non basta il grande Gordon Mitchell, nei panni del protagonista Donkey, a dare un senso a tutta l'operazione. Nel cast compaiono anche Glenn Saxson, King Mac Queen (che razza di pseudonimo! Si tratta di Renato Baldini), l'immancabile Nello Pazzafini e altri volti (perfino) meno noti; soggetto e sceneggiatura sono uno sbrigativo parto a cura di Augusto Finocchi e Aldo Lado. Violenza abbastanza contenuta, caratterizzazioni grezze, dialoghi approssimativi: Carogne si nasce non è il peggior prodott(in)o del genere, ma si situa senza dubbio verso il fondo della relativa classifica. 2,5/10.

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