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Overdrive

Regia di Antonio Negret vedi scheda film

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La recensione su Overdrive

di genoano
4 stelle

Un "Fast and furious" dei poveri con trama prevedibile, azione al bromuro, cast rivedibile. Non ingrana mai la marcia giusta. Voto 4.

"Fast and furious" come "La settimana enigmistica" vanta innumerevoli tentativi d'imitazione; questo è uno dei peggiori: al confronto "Autobahn" è una perla per cinefili. L'originalità all'interno del filone car-chasing questo film se la va a cercare nel coinvolgimento di splendide auto d'epoca; bell'idea! E invece no: sono belle da vedere ma deludenti in azione; la scena dell'inseguimento tra bolidi moderni e auto vintage è inverosimile, tecnicamente impossibile e si trasforma in un deprimente carosello al rallentatore, alla faccia dell' "overdrive" del titolo, parola che indica sia l'essere su di giri sia il congegno che permette di aumentare l'efficienza del motore e la velocità delle macchine.  Il colpo di scena finale è gratuito, "improvvisato", come dicono sempre i protagonisti nel film, non regge logicamente ed è un attentato alla pazienza dello spettatore meritevole della reclusione nel Castello d'If, vista l'ambientazione marsigliese.  Nei ruoli dei due fratellastri col bernoccolo per il furto d'auto (e anche con le escoriazioni e i lividi, viste tutte le botte che si prendono quando li beccano) troviamo il figlio d'arte Scott Eastwood, protagonista del film, e il poco conosciuto Freddie Thorpe. Il primo interpreta il ruolo del duro un po' troppo alla lettera, prediligendo la rigidità lignea come chiave per esprimere le sfumature del suo personaggio; il secondo, col suo quasi-feticista delle auto sportive, costituisce l'assai debole momento comico del film. I due, oltre alle sventure, hanno anche la capacità di calamitare le sventole: la futura Bond-girl Ana de Armas, che si limita a giocare col suo fascino, mettendosi spesso in posa come se stesse per scattarsi un selfie; e Gaia Weiss, che interpreta una ladra, e in effetti con la sua bellezza ruba la scena agli altri. Simon Abkarian, anche lui legato a Bond ( prese parte a "Casino Royale" ) dà vita a un gangster malvagio ma ottuso, che, come ormai da prassi nei film d'azione sgangherati, al primo incontro col suo antagonista, che giace ai suoi piedi legato e mezzo morto, invece di dargli il colpo di grazia si presenta e comincia a snocciolargli, non richiesto, la storia della sua vita con anamnesi psichiatrica acclusa. Una battuta: al vecchio Clint era stata sufficiente una modesta Ford Gran Torino per fare un capolavoro, al giovane Scott non basta una Ferrari 250 GTO per fare un film decente.

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