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Un matrimonio

Regia di Robert Altman vedi scheda film

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La recensione su Un matrimonio

di steno79
8 stelle

Il matrimonio in questione è quello fra Dino Corelli (Desi Arnaz jr.) e "Muffin" Brenner, ribattezzata Meringa nell'edizione italiana (Amy Stryker): sulla carta dovrebbe essere un evento mondano di alto livello, con due famiglie benestanti coinvolte, ma le cose vanno storte fin dall'inizio, con un Vescovo che rischia di addormentarsi durante la cerimonia, molti invitati che rifiutano di presentarsi al ricevimento perché non approvano la scelta dello sposo, figlio di un cameriere italiano (Vittorio Gassman); la nonna dello sposo muore poco prima che inizi la festa, e la sorella di Meringa (Mia Farrow) risulta essere incinta proprio di Dino.

Film ambizioso, caotico e smisurato di un regista che negli anni Settanta era fra i più grandi del mondo, "A wedding" non può non essere paragonato a "Nashville", girato tre anni prima da Altman, e nel confronto con quel capolavoro assoluto inevitabilmente un pò ci rimette: la costruzione narrativa è padroneggiata meno bene, anche perchè la folla di personaggi si moltiplica per due (da 24 a 48) e alcune figure restano soltanto abbozzate, come ad esempio la reporter di Lauren Hutton. Anche dal punto di vista tecnico sembra esserci qualche voluta imprecisione ed un montaggio non sempre fluido, ma Altman compensa con la vastità dell'affresco, la ricchezza di notazioni sociologiche, diverse gag azzeccate, soprattutto nell'irresistibile duetto fra Vittorio Gassman e Gigi Proietti, fratelli che si ritrovano improvvisamente dopo molti anni di separazione, all'inizio si azzuffano ma poi finiscono a cantare gli stornelli in romanesco. Fra gli attori, impossibile fare una graduatoria, ma posso dire che mi sono piaciuti, in particolare, proprio Vittorio Gassman nella parte dell'ex-cameriere arricchito, Lillian Gish nel breve ruolo della nonna che muore lasciando Gassman con una gatta da pelare, Paul Dooley come padre della sposa e Mia Farrow nel ruolo della sorella incinta, psicologicamente fragile. Lo sguardo di Altman resta distaccato ma, a mio parere, non cinico come alcuni sostengono, e ci dà un quadro molto pessimista di una società afflitta da problemi come la dipendenza dalla droga, l'infedeltà coniugale e perfino un sospetto di incesto. Pessimista ma comunque vitale e di sicuro effetto.

voto 8/10

 

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