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Perdiamoci di vista

Regia di Carlo Verdone vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su Perdiamoci di vista

di Paul Hackett
6 stelle

Gepy Fuxas, conduttore di un talk show che lucra sulle disgrazie e le sofferenze dei suoi ospiti, viene pubblicamente smascherato nel suo cinismo da Arianna, una giovane e combattiva paraplegica che, in pratica, gli stronca la carriera, costringendolo a valutare le infime proposte di programmi spazzatura su una tv locale. Imponderabilmente, però, proprio la ragazza che gli ha distrutto la vita, comincia a corteggiarlo, forse incuriosita da un personaggio che, tutto sommato, conduce una vita triste ed estremamente solitaria. Frequentando Arianna (e forse innamorandosene) Gepy comincerà a vedere il mondo e la vita attraverso l'ottica dei portatori di handicap, fino ad una sorta di ravvedimento... ma Arianna, ben presto, dimostrerà di non avere un carattere facile. Forse il film più "politico" e "schierato" di Carlo Verdone: un potente atto d'accusa nei confronti della televisione spazzatura e del cinismo con il quale venivano assemblati (riscuotendo un enorme successo) i vari talk show di quegli anni (si era nel 1994). Ovviamente Verdone, ai tempi, non poteva nemmeno lontanamente immaginare la deplorevole e imminente deriva televisiva dei reality show, con tutto il suo corollario di pornografia e voyeurismo, per cui il suo j'accuse, sebbene all'epoca assolutamente apprezzabile e condivisibile, ormai oggi suona come precocemente invecchiato e superato. Lodevole anche il tentativo di sensibilizzare il pubblico alle problematiche dei portatori di handicap. Francamente meno interessante la vicenda romantica, con una giovanissima (ed ancora sopportabile, a parte la fastidiosissima voce gracchiante) Asia Argento: il canovaccio è sempre il solito delle commedie verdoniane... una bella, giovane e vitale ragazza che giunge a sconvolgere la vita di un mediocre di mezza età, facendogli intravedere l'impossibile sogno di una esistenza diversa... tutto ampiamente già visto mille volte. Poco credibile anche, da un punto di vista narrativo, la repentina trasformazione di Fuxas da vera carogna invasata di successo a povero Cristo e gentile bonaccione. In definitiva, non il miglior Verdone, ma una pellicola assolutamente apprezzabile: tre stelle.

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