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Annabelle 2

Regia di David F. Sandberg vedi scheda film

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alan smithee

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Annabelle 2

di alan smithee
6 stelle

Rumori improvvisi e scatti repentini: tranelli efficaci ai danni delle vittime designate. Il prequel di uno spin-off non epocale come Annabelle si dimostra invece un buon prodotto di intrattenimento e paura per famiglie, forte di una valida ricostruzione scenografica e d'epoca, e di personaggi malvagi solo abbozzati, ma spaventevoli.

AFA ESTIVA & BRIVIDI HORROR

Stati Uniti, anni '40: un abile artigiano crea ad uso e consumo dell'adorata figlioletta una bambola che poi, in serie limitata, riscontra un successo notevole tra il pubblico infantile e quello dei collezionisti.

L'attività dell'uomo diventa una fiorente industria familiare, ma quando, per un banale incidente d'auto, la figliletta decenne dei due coniugi rimane investita a morte sul ciglio della strada, sui due cade uno sconforto inconsolabile. Al punto da far si che i due coniugi, un tempo devoti credenti, si rifugiassero in forze oscure e sataniche a prezzo di poter rivedere, seppur per brevio attimi, barlumi della loro adorata bambina. la bambola della bimba, di nome Annabelle, farà da tramite tra le forze del male e le anime dei viventi, a danno di questi ultimi. Ne faranno le spese, dodici anni dopo, alcune ragazze e bambine orfane che, trovato rifugio assieme alla suora della chiesa che non può più mantenerle, presso i due coniugi, si ritroveranno a dover fare i conti con lo spirito maligno assetato di vendetta e affamato di nuove vittime da fagocitare con la sua forza ammaliante. Bersaglio preferenziale tra tutte le bimbe, si concentra su quella afflitta da una grave forma di poliomielite.

Apparentemente - almeno qui nella nostra calda estate, fatto uscire quasi come titolo incontrastato della prima settimana di agosto - presentato come il seguito dello scialbo, o comunque non indimenticabile Annabelle, già spin-off del decisamente migliore The Conjuring, e certo debitore del filone piuttosto nutrito dedicato dal cinema horror alle bambole malvagie ( ciclo inaugurato da Chucky-La bambola assassina e proseguito con diversi B-movie tipo Dolls (il B-movie non pessimo di Stuart Gordon, non certo il rarefatto, sensibile omonimo film d'autore di uno tra i migliori Kitano, off course!), il film dell'esperto regista horror David F. Sandberg (quello dell'interessante Light out) è in realtà un prequel del primo episodio.

Un film che spiega, con estrema cura scenografica ed attenzione al contesto sociale e al contorno geografico, la genesi della malefica bambola satanica.

Sandberg, prodotto dal James Wan di The Conjuring, ha a disposizione un larghezza di mezzi non scontata per un horror, circostanza che permette alla troupe di avvalersi innanzi tutto anche di due attori noti e di un certo prestigio come l'italo-olandese nativo australiano Anthony LaPaglia e la pure lei australiana Miranda Otto, qui coniugi devoti e religiosi convertitisi a Satana per necessità di conforto e di concretezza; quindi di poter contare su una scenografia in grado di spaziare tra esterni pittoreschi di una campagna incontaminata della grande America, agli interni vasti e sufficientemente sinistri di una villa padronale da manuale horror, ora decisamente troppo grande per i due anziani coniugi devastati dal dolore che li affligge in modo persistente.

Il bravo regista non fa molto per cercare inquadrature o angolazioni, soluzioni di regia nuove o innovative che possano rendere il film un esempio di coraggio, destrezza ed originalità (si sarebbe trattato di un passo falso già a livello teorico, essendo il film derivativo di un suo pur più scialbo capostipite), ma la sua capacità di creare suspence col presupposto e l'ausilio ad esempio di rumori molesti ed improvvisi, di movimenti veloci e a tradimento sulle vittime, nonchè qualche ottima inquadratura sulla creatura del male in tutte le sue molteplici sfaccettature - non solo infatti rappresentata dalla faccia naturalmente maligna e beffarda della orribile bambola (ottimo lo spaventapasseri che si anima nel buio delle tenebre imminenti e si fa forza a scapito della luce di una lampadina sempre più fioca e tremolante: un personaggio da far rizzare i peli sulle braccia - altro che quel bonario ed impacciato "mani-di-forbice" d'un Babadook, a mio avviso sin troppo osannato ed acclamato alla sua apparizione nelle sale), rende il film un perfetto, riuscito prodotto da suspence estiva girato con perizia e una insolita aprrezzabile accuratezza.

Un horror per famiglie direi, questo Annabelle - Creation (il titolo originale banalizza meno un sequel che in realtà, come già prima rivelavamo, è un prequel!), al pari del primo indimenticato Poltergeist di Tobe Hooper, ma anche un horror coi fiocchi che ricorda, in una versione tutta al femminile, quella piccola genialata di Jeepers Creepers 2 di Victor Salva, pur depurata di ogni riferimento omoerotico di quest'ultimo, sostituito in contropartita da una velata invettiva contro falsi perbenismi sociali, e contro le religioni ed i riti che ne derivano, capaci di catapultare chi si affida acriticamente ad essi, dalle forze del bene e della speranza, a quelle più oscure e maligne che portano alla fine più cupa e crudele.

Un gran finale super caotico, certo prevedibile, tradizionalista, ma pure gustoso e concitato, prepara il doveroso raccordo col primo episodio, che tuttavia soccombe - cosa rara e quasi unica - rispetto a questo pregevole prequel tutto sussulti, trasalimenti e salti sulla poltrona, in grado di confermare quella tradizione non scritta che d'estate, a braccia e gambe nude, quindi a livello anche epidermico, l'horror si gusta più volentieri.

 

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