Regia di Joel Coen vedi scheda film
Ha molte belle trovate, sia narrative, sia di immagini, deformazioni, inquadrature, passaggi divertenti. Eppure un film solo comico finisce per annoiare per la maggior parte del tempo; deve avere altro, per riempire i tempi morti tra una trovata e l'altra. Penso a Chaplin o Keaton, o Wilder o Capra, nei loro film migliori… Cosa resta, di questo? Ho appena terminato di vederlo e ne ricordo molte banalità e forzature abbastanza ovvie, qualche puntatina sentimentale, molte copiature, ma cercando cose piacevoli mi tornano alla mente quasi solo scenette del bimbo o dei bimbi, che se ne vanno in giro per la casa, o dimenticati in mezzo alla strada; che è un facile modo per piacere a qualunque pubblico.
Avendo già visto altri film, successivi, dei Coen, diventa facile sentenziare che sono più abili che partecipi: come fanno dire al maestro di piano in L'uomo che non c'era, non basta suonare con le dita, bisogna suonare con il cuore; forse loro incominciano a capire che fanno film troppo con il cervello, o con la tecnica, ma non con il cuore; fra i loro film che ho visto finora forse l'unico personaggio che mi è parso amato è la sceriffa di Fargo (e quindi anche il suo marito sempliciotto), e non a caso è il loro film più apprezzato. Qui c'è un barlume di partecipazione nello sguardo ai bimbi e nell'amore che tutti finiscono per provare per loro (a parte il bounty hunter, che giustamente sarà l'unico a saltare in aria), e quindi nel tenero dialogo fra il padre e i due rapitori, così volutamente tenero che il critico di cinematografo.it riassume dicendo che il pargolo "viene riportato indenne e sorridente da mamma e papà, con vivo dolore dei genitori [sic] i quali rinunciano dignitosamente al compenso". Appunto, da parte dei registi mi pare una abile astuzia strappalacrime.
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