Regia di John Carpenter vedi scheda film
Una spedizione di scienziati americani si trovano alle prese con un'inquietante scoperta nell'antartico. Una orrenda creatura aliena è stata risvegliata dai ghiacci e, grazie alle sue proprietà di mutaforma, si è infiltrata tra i membri della spedizione, seminando il panico e obbligando i protagonisti ad affrontare la drammatica situazione. Carpenter dirige un film incredibile sotto ogni punto di vista. Le ambientazioni claustrofobiche, la recitazione corale degli attori, l'angoscia, la fotografia e, infine, la regia. Questi sono solo alcuni degli elementi che eccellono in questo film, nel quale la trama fantascientifica è solo un pretesto per produrre una pellicola che va ben oltre il fin di genere, che mette in scena la tristezza della condizione umana. Il vero mostro non è la "cosa", la forma aliena che, pur nella sua orripilante forma, non cerca di fare niente di diverso dai protagonsti: sopravvivere. Sopravvivenza che è forte il punto centrale del film, in quanto la caccia all'alieno diventa un pretesto per accusarsi a vicenda, far emergere l'istinto di sopraffazione e cercare in tutti i modi di superare la situazione in maniera egoistica e quasi misantropica. Carpenter mette in scena il tutto con una mano abilissima, offrendo carrelli spettacolari e scene di tensione assolutamente devastanti. Il tutto unito al genio folle di Rob Bottin, designer dei mostri e degli effetti speciali che dominano il film e che rendono il mostro cento volte più spaventoso e credibile delle migliaia di creature in CGI che ricorrono nel cinema contemporaneo. Questo film è un capolavoro, un manuale su come si debba fare un film e su come il mezzo cinematografico, se ben impiegato, sia in grado di superare celatamente le esigenze dell'industria ed offrire riflessioni sulla realtà più potenti di cento manuali.
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