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2002: la seconda odissea

Regia di Douglas Trumbull vedi scheda film

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La recensione su 2002: la seconda odissea

di alan smithee
5 stelle

In un futuro prossimo ma nemmeno troppo (il film è datato 1972), la Terra ha subito una catastrofe climatica che ne ha quasi annientato la popolazione. Le autorità, per ristabilire la cifra demografica perduta, ha provveduto a cementificare la superficie rimasta indenne al cataclisma, disboscando ogni forma vegetale e liberandosi di altre forme di vita che non fossero umane.

Una navicella con tre enormi sfere trasparenti tuttavia è stata inviata nello spazio sotto il comando dello scienziato Lowell Freeman (Bruce Dern): custode di una flora rigogliosa, ognuna di esse preserva quel mondo ormai perduto in attesa che lo stesso possa essere trapiantato altrove, o magari nuovamente sulla Terra. Ma quando dal pianeta improvvisamente sopraggiunge un ordine di distruggere le tre sfere con annessi piante e boschi, il dottore Freeman, fervente sstenitore delal necessità di preservare la vegetazione per garantirsi il vero stile di vita più corretto, vede l’abisso davanti a sé e reagisce in modo impulsivo, uccidendo deliberatamente i tre maldestri collaboratori, a differenza sua assai contenti che la missione sia stata annullata.

Rimarrà da solo con tre droni, Paperino, Paperina e Paperone, obbedienti e protesi a servirlo e a coadiuvarlo, desiderando perdersi nello spazio, preservando il suo tesoro; che nel frattempo, allontanandosi dalla luce solare, appassisce e ingiallisce, costringendo lo scienziato ad intervenire trovando una brillante soluzione. Ma quando dalla terra un’astronave riesce ad intercettarlo, Freeman intuisce che ormai per lui non c’è più scampo e, sacrificatosi, lascia il compito a paperina, unica drone superstite, di proseguire l’azione di preservazione della vegetazione tornata in salute, da destinare a questo punto ad una civiltà più meritevole della nostra.

Sulla scia del successo del film del “2001” di Kubrick, il falso seguito “2002 - La seconda odissea” ha in comune solo l’ambientazione spaziale, per svilupparsi in modo completamente autonomo, attraverso una storia a marcato sfondo ecologico in cui l’elemento umano appare ridotto ancora di più che nel film originario, unico, insostituibile ed irreplicabile.

In regia Douglas Trumbull, mago degli effetti speciali, al suo debutto in questa veste, e recidivo solo una seconda volta oltre dieci anni dopo con “Brainstorm – generazione elettronica”.

Il film appare interessante a livello di impatto, ma successivamente un po’ ingenuo e prolisso a livello di scrittura, presentando pedanterie e ingenuità invero piuttosto fastidiose.

Bruce Dern, padrone incontrastato della scena assieme ai suoi amati ortaggi, gigioneggia sin troppo nei panni dello scienziato pazzo proteso alla salvaguardia del suo paradiso perduto. Lo affiancano tre nanetti traballanti nelle vesti dei droni che suscitano più che altro tenerezza.

 

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