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Berlino, sinfonia di una grande città

Regia di Walter Ruttmann vedi scheda film

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La recensione su Berlino, sinfonia di una grande città

di AgentCooper
6 stelle

locandina

Berlino, sinfonia di una grande città (1927): locandina

Berlino come Vienna, Parigi, Roma subisce nella seconda metà dell'800 dei cambiamenti radicali. Le piccole strade vengono sostituite da grandi viali, i commerci si fanno globali grazie all'ausilio delle navi ma soprattutto delle ferrovie. La stazione ferroviaria diventa un punto cardine della città. Mi viene in mente Padova (la città dove vivo) dove c'è questo immenso viale diritto (Corso del Popolo) che serve a collegare il centro con la stazione, luogo dove partivano le merci ( e le persone). Non a caso le stazioni ferroviarie durante le due grandi guerre saranno tra gli edifici più danneggiati. Il senso della città, del ritmo, della poesia di enormi folle di persone le ritroviamo anche nei manifesti futuristi. C'è quindi un accostamento (anche in questo film) tra più livelli della città.

Quest'ultima (la città) si sviluppa in orizzontale ma soprattutto in verticale attraverso la costruzione di edifici sempre più alti. Le macchine sono ancora oggetti di uso aristocratico e la gente comune o va a piedi, o in calesse o utilizza i mezzi pubblici come il tram.

La folla inizia quindi a muoversi, a viaggiare più velocemente e c'è uno spostamento dei contadini verso le città (che sono in costante espansione). Questo Berlino, cerca di essere la vetrina di questi cambiamenti. Il termine vetrina non lo uso a caso dato che nelle gallerie delle varie città vi sono le vetrine dei negozi che così come sono assemblate attirano il passante/spettatore. Mostrare i cambiamenti di una città proponendo un cinema essenzialmente anti narrativo dev'essere stata una bella sfida. I mezzi dell'epoca non erano quelli odierni ma ciò nonostante Ruttman riesce comunque a cogliere l'essenza e la vitalità di una città in costante movimento (ed evoluzione). L'unica cosa immobile qui è la macchina da presa ma la sensazione di moto è data comunque attraverso l'utilizzo sapiente del montaggio (siamo nel 1927, due anni dopo la corazzata Potëmkin). Interessante anche la divisione in 5 atti del film, proprio come una sinfonia.

Purtroppo film del genere al giorno d'oggi (senza sonoro poi) sono veramente difficili da sostenere e nonostante il regista ci provi a tenere alta l'attenzione a volte lo sguardo dello spettatore si perde tra i comignoli della città e tra i fumi delle ciminiere. Il tempo passa ma nonostante questo (e la noia) risulta un buon ritratto della città di Berlino anche se a tratti risulta caotico e faticoso.

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