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I sette del Texas

Regia di Joaquin Luis Romero Marchent vedi scheda film

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La recensione su I sette del Texas

di giurista81
8 stelle

Siamo alle prese con uno dei gioielli della produzione western pre-leoniana. "I sette del Texas" conosciuto in Spagna con il più appropriato "Antes llega la muerte" (cioè "La morte arriva prima") è un western cupissimo a metà strada tra il western all'americana e il nascente spaghetti western. Marchent, che firma sia la regia che la sceneggiatura, mette in scena, intrecciandola con altre sub-storie (tra le quali l'amore passato e non ancora assopito tra la protagonista e il pistolero di ritorno dal carcere), l'odissea del viaggio di un uomo e di una donna in vista di una speranza che ha molto della chimera. L'uomo, infatti, sfida la neve, gli assalti degli indiani e infine un terribile deserto per portare la giovane moglie in una città dove possa esser operata alla testa. La poveretta infatti, a sua insaputa (pensa di essere incinta e crede che il viaggio sia dovuto alla volontà del marito di crescere il figlio in un luogo ameno), è affetta da un cancro che la consuma giorno dopo giorno.

Nella missione, l'uomo coinvolge pistoleri, amici, ubriaconi e banditi tutti assoldati per proteggere la carovana dalle insidie del viaggio. Si tratta però di uomini senza scrupoli che non perderanno occasione per rivoltarsi contro il loro datore di lavoro, allettati dal tesoro che lo stesso porta dietro sé.

  L'epilogo è molto amaro e la caratterizzazione dei personaggi rende ancor più disilluso e pessimista il film. Tutti i soggetti, infatti, per un verso o per un altro, si abbandonano a un'impresa suicida. Si va dal marito che mette a rischio la propria vita pur di tener viva una fiamma (della speranza) che sta ormai per assopirsi, al pistolero ferito che si prodiga nel tentativo di vendicare i propri fratelli morti sfidando un uomo molto più veloce di lui nell'estrarre la pistola.

Bellissime le scenografie con paesaggi assai diversi tra loro e una claustrofobica parte finale che dir memorabile è dir poco, tanto da aver ispirato (non so quanto volutamente) Sergio Leone per "Il buono, il brutto e il cattivo" (scene del deserto).

La regia è essenziale, ma regala un paio di sequenze altamente spettacolari per l'epoca. Su tutte l'assalto indiano al fortino nordista e la sparatoria finale.
  Dialoghi non graffianti come lo saranno quelli dei successivi western made in Italy, ma già dotati di una spiccata ironia, specie quando entrano in scena Fernando Sancho e Wu (l'attore che interpreta il cuoco cinese).
Benone le interpretazioni con Sancho e Gregorio Wu sugli scudi. Bravo anche il nostro Claudio Undari alias Robert Hundar, autentico mattatore dei western pre-leoniani.
Musiche di Riz Ortolani.
Bello. Voto: 7.5

Su Joaquin Luis Romero Marchent

Le scene ambientate nel deserto sono girate talmente bene da risultare inquietanti per lo spettatore. Una delle attraversate più disturbanti del deserto americano (o meglio dell'Almeria, visto il luogo del set).

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