Regia di Irving Rapper vedi scheda film
Ebbene sì, c’è Reagan che fa l’innamorato in questa commedia sentimentale; ma, superato un senso di straniamento, il film è insospettabilmente aggraziato, leggero senza essere frivolo, ricco di delicate notazioni psicologiche sul comportamento della protagonista (Eleanor Parker, non l’avevo mai vista così giovane): es. la vediamo prepararsi il letto per la notte in modo buffamente originale, o comprare per cena solo cose che possano essere sgranocchiate sul divano. La trama è esile: nel dicembre 1944 un’attrice di teatro, data la penuria di alloggi a New York, si trova a ospitare un soldato in licenza per il fine settimana. Tutti i personaggi hanno un passato che pesa: l’attrice è stata appena lasciata da un autore di riviste, che lei credeva il grande amore della sua vita; la sua amica e collega si destreggia fra corteggiatori vari, e al rientro improvviso del fidanzato più o meno titolare (che lei spaccia per suo marito) deve mollarle il soldato; quest’ultimo, a sua volta, ha a Parigi una ex che l’ha abbandonato poco prima del matrimonio e che riappare in una scena. L’ingenuo romanticismo della Parker non viene cancellato dalla visione disincantata dell’amore propria degli altri personaggi: è lei stessa che matura, senza per questo diventare cinica, e approda a una quieta accettazione di ciò che la vita riserva. Il titolo cita una frase del Cantico dei cantici sul risveglio della natura in primavera e sul suo richiamo all’amore: “il tempo della pioggia è finito e la voce della tortora riprende a farsi sentire”.
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