Regia di Andrej Konchalovskij vedi scheda film
Come altri film, “Il proiezionista” riesce a raccontare la Storia grazie alla capacità di creare empatia fra il pubblico e la storia romanzata, e a trasmettere in quest’ultima il significato dell’argomento storico trattato. Film appassionante, profondamente triste, è una tragedia che si intreccia con la figura storica descritta (Stalin, l’uomo di ghiaccio) da due punti di vista diversi: quello di Ivan, che da semplice tecnico alle dipendenze del dittatore diviene lentamente asservito all’ideologia, e quello, atroce, di Anastasia, che affronta la tragedia della dittatura stalinista umanamente. Insieme, la coppia di sposi rappresenta una generazione nata come protagonista di un’utopia (quella del ’17 e dei decenni successivi) e che, piombata sotto l’incubo di Stalin, dovette rinunciare a tutto (non hanno figli, ad esempio). Simbolo della normalità perduta è naturalmente la vicenda della piccola Katya, che dà il via all’incubo “umano”. Un film che, appunto per la sua capacità di far coincidere la sfera umana con quella storica, non mancherei di accostare a “Il Pianista” di Polansky. Buona la regia, attori molto bravi, colonna sonora adatta. Voto: 71/2
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