Le celebrazioni per i settant’anni di Il mistero del falco di John Huston (1941) coincidono con quelle per i cinquant’anni della morte di Dashiell Hammett (1961), lo scrittore che firmò il romanzo da cui fu tratto il film. Casualità? Per dirla più o meno come il piedipiatti di Strade perdute, le coincidenze occasionali non esistono: ambedue (libro e film) sono infatti entrati nel mito del genere hard boiled, la “scuola dei duri” del poliziesco americano. Anzi, ne sono i padri fondatori. Il mistero del falco appartiene alla leggenda per diversi motivi. È l’esordio alla regia di John Huston, che sarebbe diventato uno dei grandi di Hollywood. È il capostipite del noir, che da quel momento avrebbe regalato per un paio di decenni alcune delle più personali, avvincenti e sperimentali pellicole del panorama americano. È il film che consacrò Humphrey Bogart, prima di Casablanca e soprattutto prima di Il grande sonno, un altro capolavoro del genere. Ed è il miglior adattamento del romanzo di Hammett dei tre prodotti a Hollywood.

Il rapporto tra Hammett e il cinema fu intenso e controverso, al pari di un altro grande scrittore americano di quel periodo, William Faulkner. I due si assomigliano, e non solo nel volto o per l’alcolismo: la prosa asciutta e appuntita del primo – come ricorderà anche André Gide – non è poi così lontana dallo stile del secondo. I principali romanzi di Hammett ebbero fortunati adattamenti cinematografici e l’ex detective della Pinkerton fu assunto come sceneggiatore a Hollywood proprio grazie al successo di Il falcone maltese, pubblicato nel 1930 dopo essere comparso a puntate sulla rivista “Black Mask”. A Hollywood Hammett incontra l’amore della sua vita, la commediografa e scrittrice Lillian Hellman; firma una serie di soggetti discontinui, tra cui un paio di sequel (anche se al tempo non si chiamavano ancora così) del frizzante L’uomo ombra, tratto dal suo omonimo romanzo e da cui nacque una fortunatissima serie; viene condannato a sei mesi di carcere per presunte attività antiamericane dallo zelante pool che fa capo al senatore Joseph McCarthy, finendo sulla lista nera di Hollywood; infine perde ogni bene materiale per una causa civile su delle tasse arretrate. Sembra quasi una delle sue storie.

Come quella che lo vede protagonista, in veste di personaggio, in Hammett. Indagine a Chinatown, diretto da Wim Wenders (e manipolato da Francis Ford Coppola) quando lo scrittore del Maryland era da tempo passato a miglior vita (1982). Incroci fatali, e sintomatici: la gestazione di questo (meta)film fu travagliata come la vita del suo personaggio. Mascella «pronunciata e ossuta» come il Sam Spade descritto da Hammett (pur senza il naso aquilino, il mento aguzzo e la stempiatura accentuata del «satana biondo» del romanzo), Bogart, primo e insuperato private eye, anche grazie alla rinuncia di George Raft (non si fidava di un regista esordiente), è qui la punta di diamante di un cast esemplare, i cui attori sarebbero entrati nell’immaginario del genere, dalla coppia Peter Lorre-Sydney Greenstreet, alla fatale “gatta morta” Mary Astor, fino a uno dei migliori caratteristi del tempo, Elisha Cook Jr. Fedele nella trama e nello spirito al romanzo di Hammett (la sceneggiatura è dello stesso Huston), Il mistero del falco è il prototipo degli intrecci hard boiled venati di nero: trama ingarbugliata, personaggi amorali, un senso di disfatta nell’aria. Più un finale beffardo e amaro, contro cui si frange «la materia di cui sono fatti i sogni». Di quello americano, quantomeno, qui non c’è più traccia.
Il film
Il mistero del falco
Noir - USA 1941 - durata 90’
Titolo originale: The Maltese Falcon
Regia: John Huston
Con Humphrey Bogart, Mary Astor, Peter Lorre, Sidney Greenstreet
in streaming: su Apple TV Timvision Google Play Movies Rakuten TV Amazon Video Chili
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