Presentato in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia 2025 nella sezione Orizzonti, il film Father, diretto da Tereza Nvotová, è un dramma slovacco-ceco-polacco che affronta il peso della colpa, la fragilità dei legami familiari e la ricerca di una possibile via verso il perdono. Scritto dalla stessa regista insieme a Dusan Budzak, il film racconta la storia di un uomo la cui vita viene sconvolta da un tragico errore che mette alla prova la sua identità, la sua famiglia e la sua capacità di amare.

Milan Ondrík
Father (2025) Milan Ondrík

Una vita interrotta

La vicenda del film Father ruota attorno a Michal (interpretato da Milan Ondrík), un uomo che, a seguito di un tragico errore, vede il proprio equilibrio personale e familiare andare in frantumi. Devoto padre e marito, Michal si trova improvvisamente isolato, intrappolato in un profondo senso di colpa che incrina la relazione con la moglie Zuzka (Dominika Morávková). L’ombra di un possibile processo e della prigione lo costringe a fare i conti non solo con le conseguenze delle proprie azioni, ma anche con la domanda più difficile: come si può continuare a vivere dopo ciò che è accaduto?


Il film colloca la tragedia all’interno di un contesto più ampio, concentrandosi non sul singolo evento ma sulle sue ripercussioni emotive e psicologiche. Quando Michal e Zuzka iniziano a comprendere che quanto accaduto non è soltanto il frutto di un fallimento individuale, ma qualcosa che affonda le radici nella complessità della mente umana, si apre per loro la possibilità di intravedere un percorso verso il perdono. Tuttavia, il conflitto rimane aperto: può l’amore resistere a ciò che sembra insopportabile?

Oltre la colpa

Al centro del film Father c’è il rapporto tra Michal e Zuzka, messo a dura prova dall’imprevisto e dall’irreparabile. Michal è un uomo ordinario che deve affrontare le conseguenze di un errore che lo segna profondamente. Da un lato sente il bisogno di espiare, dall’altro cerca un modo per preservare ciò che resta della propria famiglia.


Zuzka, invece, si trova divisa tra la volontà di comprendere e la difficoltà di superare il dolore. Attraverso la sua esperienza, il film esplora la complessità delle relazioni di coppia di fronte a eventi traumatici, toccando temi come la distanza emotiva, la perdita di fiducia e la possibilità di ricostruzione. I momenti di silenzio, le esitazioni e gli sguardi diventano parte integrante della narrazione, lasciando spazio alla tensione tra separazione e riconciliazione.

Dominika Moravkova
Father (2025) Dominika Moravkova

Il linguaggio del corpo e della macchina da presa

Un elemento centrale del film Father è la scelta registica di Tereza Nvotová di utilizzare lunghi piani sequenza. Questa impostazione, sviluppata insieme al direttore della fotografia Adam Suzin, mira a creare un senso di continuità temporale e a ridurre al minimo le interruzioni. La macchina da presa segue da vicino i personaggi, accompagnandoli nei loro spostamenti e immergendosi nel loro spazio fisico.


Per ottenere questo risultato, la preparazione è stata accurata: alcune location sono state ricreate in 3D per pianificare ogni movimento della camera e degli attori. Le scene più complesse hanno richiesto un lavoro congiunto tra reparto tecnico e cast, con passaggi fluidi da veicoli in movimento a steadicam e gru. La regista ha spiegato che questa scelta strutturale è funzionale a un tipo di racconto che mette lo spettatore accanto ai personaggi, senza ricorrere a una frammentazione del montaggio.

Colpa, memoria e legami familiari

I temi affrontati dal film Father si muovono intorno alla colpa e al suo impatto sulle relazioni personali. La storia pone al centro il modo in cui un singolo evento può ridefinire la percezione di sé, modificare il rapporto con gli altri e alterare la dinamica di una famiglia. Non si tratta di stabilire responsabilità o giustificazioni, ma di osservare come le persone reagiscono a una frattura emotiva che le costringe a ridefinire la propria identità.


La memoria gioca un ruolo importante: ciò che viene ricordato e ciò che si tenta di dimenticare contribuiscono a delineare il percorso dei personaggi. Allo stesso tempo, il film interroga la tenuta dei legami affettivi in situazioni estreme, chiedendosi quanto un rapporto possa sopportare prima di spezzarsi e se sia possibile trovare un nuovo equilibrio dopo una perdita.

Un percorso interiore

Fatherè un film che propone un’indagine sulle conseguenze emotive di un evento traumatico e sulle possibilità di riconciliazione, sia con gli altri che con se stessi. Attraverso la storia di Michal, il film riflette su temi universali come la colpa, la fragilità delle relazioni e la ricerca di un significato dopo una frattura profonda.


L’opera di Tereza Nvotová invita lo spettatore a seguire da vicino un percorso complesso e sfaccettato, in cui non ci sono risposte univoche. La vicenda di Michal diventa così un punto di partenza per interrogarsi sulla capacità umana di affrontare il dolore, accettare le proprie fragilità e cercare un fragile equilibrio tra memoria e perdono.


Prossimamente in sala con Fandango.


Disclaimer

Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di Father può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Father

Father

Drammatico - Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia 2025 - durata 102’

Titolo originale: Otec

Regia: Tereza Nvotová

Con Milan Ondrík, Dominika Moravkova, Anna Geislerová, Peter Bebjak, Jana Bittnerova, Roman Polák