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I bambini li guardano: Cars 2
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I bambini li guardano è una rubrica settimanale di Cinerepublic in cui gli autori raccontano, in forma di cronaca dal salotto di casa, la visione di un film per grandi ad altri genitori audaci desiderosi di allargare gli orizzonti cinematografici dei propri figli.

 

 

Cars 2


di John Lasseter, Brad Lewis
genere Animazione

 

Visto da: degoffro, Tommaso e Nicolò


Tommaso e Nicolò non sono MAI stati al cinema. Quale migliore occasione per un battesimo cinematografico se non portarli a vedere “Cars 2”? Entrambi amano alla follia il primo film, visto fino a consumare il dvd. Anche il papà però è un fan sfegatato di Saetta e delle sue avventure. In questa stagione in un altro paio di circostanze ci era stato proposto da alcuni amici di andare in sala (“Le cronache di Narnia” e “I viaggi di Gulliver”) ma il mio forte scetticismo verso quei film mi aveva spinto a declinare gentilmente l’invito. Ora invece tutto sembra perfetto. Con la Pixar si va sul sicuro.

 

L’attesa per “Cars 2” è stata tra l’altro resa ancor più elettrizzante e frenetica da una raccolta figurine organizzata dalla catena di supermercati più potente del Nord Italia (o almeno in Lombardia): per Tommy completare l’album con gli eroi della Pixar era diventata una missione e ogni volta che si faceva la spesa non aspettava altro che aprire i pacchetti per verificare se trovava i pezzi mancanti, per poi magari scambiarli con cugini, amici o semplici conoscenti.

 

Anche Loris, il migliore amico di Tommy, il cui compleanno cade proprio il 25 giugno, vuole essere della partita. E così per festeggiare i suoi sette anni, dopo un lungo e caldo pomeriggio di giochi, entrambe le famiglie al completo, mamme e papà con Tommaso (6 anni e mezzo), Nicolò (4 anni), Matteo (10 anni) e Loris (7 anni), cui vanno aggiunti i cuginetti Francesco (12 anni) e Gianluca (10 anni) si recano al cinema.

 

Temendo l’assalto, mi reco al pomeriggio alla multisala Medusa (ora si chiama “The Space cinema”) di Cerro Maggiore (Legnano, ormai, ha una sola minuscola sala comunale, ma questo è un problema generalizzato) per prenotare i biglietti. Evito il 3D (opzione che mi ha sempre convinto poco). Con me ci sono Tommaso e Nicolò. Quest’ultimo non sembra particolarmente entusiasta, tanto che uscendo dalla multisala esclama sbuffando: “Non mi piace questo cimena!” (dice proprio così, a ripetizione). E io mentre cerco di tranquillizzarlo assicurandogli che poi si divertirà, tra me e me penso: “Cominciamo bene!”.

 

Alla sera lo spettacolo è previsto alle 8. Alle 7 e tre quarti siamo lì. I bimbi si avvicinano subito al mega poster del film che campeggia all’ingresso delle sale e riconoscono i loro personaggi. “Guarda che strana questa nave!” fa presente sbalordito Nicolò al fratellino. Il tabellone indica che mancano 10 minuti all’ingresso. Matteo ci tiene aggiornati, facendo il conto alla rovescia. Mentre noi adulti chiacchieriamo, i bimbi corrono per i corridoi. Nella confusione generale quasi non si sentono.

 

Alle otto si può finalmente entrare. I sei bimbi si infilano spediti e convinti nella sala sbagliata, che peraltro è anche la più lontana. Le mamme li seguono … a ruota. Richiamati all’ordine si può fare ingresso nella sala 1, la più grande.

 

Le luci sono ancora spente, trovare i nostri posti diventa particolarmente difficile. Con il cellulare verifichiamo la fila ed il numero in cui ci troviamo. Benissimo: siamo esattamente dalla parte opposta. Ci tocca attraversare la sala in fila indiana. Matteo sbotta: “Ma dai potrebbero accendere la luce! Come si fa ad essere così sveglioni!” Il suo commento ad alta voce sintetizza piuttosto bene il mugugno generale. Troviamo i nostri posti proprio quando le luci vengono accese. I 6 posti davanti vengono occupati dai bambini, noi 4 adulti ci posizioniamo esattamente dietro di loro.

 

Nicolò apprezza particolarmente la poltrona nella quale letteralmente sprofonda: “Bella questa sedia!” sostiene soddisfatto. La sala è stracolma. Passano i minuti e di “Cars 2” nemmeno l’ombra. Avevo avvisato i piccoli che c’era un certo tempo di attesa, ma i minuti paiono interminabili anche a me. Tommaso è infastidito: “Ma quando inizia?” Loris si agita impaziente sulla poltrona, Nicolò sembra rilassato e ammirato da quella “televisione gigantesca”, i bimbi più grandi invece attendono con pazienza. Dopo diversa, troppa, pubblicità, passa quindi qualche trailer (“Ho paura!” dice Nicolò alla vista di Harry Potter), tra cui le prime immagini della prossima avventura Pixar con la folta chioma, riccia e rossa, dell’eroina di “Brave” (a dire il vero, ad impatto, non esaltante) ed ecco il corto di Toy Story “Vacanze hawaiane”.

 

Guarda! Toy story!” ride soddisfatto Nicolò. “Ma questo non è Cars?” replica indispettito Loris. Spiego loro che questo è un piccolo film che anticipa “Cars 2”. Ormai ci siamo. Il corto è simpatico ma non illuminante come di consueto, inizio a temere.

 

Comincia il film con un mare in burrasca, una nave parlante e un personaggio che non conosciamo. “Dov’è Saetta?” chiede puntuale Nicolò, già preoccupato di non vedere il suo eroe di cui ha persino un peluche. Gli dico che deve aspettare il suo arrivo e gli suggerisco che è meglio se mi fa tutte le domande alla fine, altrimenti rischiamo di disturbare tutti gli altri bimbi presenti.

 

Durante la lunga visione ho modo di osservare i bambini: Matteo, Loris, Francesco, Gianluca e Nicolò sembrano molto presi dalle immagini, spesso fantastiche, Tommaso invece, dopo tre quarti d’ora scarsi inizia a dare segni di stanchezza e nel giro di pochi minuti dorme bello comodo e rilassato sulla poltrona. Nicolò resiste di più, ma la pipa (il pollice destro) entra in azione verso tre quarti di film: da lì ad appoggiare la testina sul bracciolo della poltrona, proprio vicino al suo fratellino, ed addormentarsi è un attimo.

 

Del resto come non capirli. Anch’io guardo a più riprese l’orologio e vinco a fatica alcuni abbiocchi, specie nella parte centrale. Il film mi sembra troppo parlato, la vicenda eccessivamente complicata, l’accumulo di inseguimenti e sequenze d’azione un espediente poco degno della Pixar, la Ferrari italiana mi risulta fastidiosa (o tale la rende l’improponibile doppiaggio), i nuovi personaggi sono poco smaglianti. Ed anche in sala le risate convinte del pubblico si contano sulle dita di una mano.

 

Finisce il film. Solo adesso Loris si accorge che i due amici a fianco dormono beati: “Stefi (così mi chiama) ma il Tommy e il Nicolò dormono!”. “Eh già, Loris, adesso bisogna svegliarli!” commento. Loris urla all’orecchio di Tommaso: “Tommy sveglia è finito il film!” Tommaso impiega qualche minuto per rendersi conto di dove si trova. Più veloce e tranquillo sembra il risveglio di Nicolò. Mentre usciamo sentiamo i primi commenti. Matteo vorrebbe subito il dvd per rivedere il film, Loris è esaltato dalla Ferrari Francesco, ne imita simpaticamente l’accento e vuole controllare tutti i personaggi sull’album di figurine, Gianluca e Francesco, molto timidi, sono silenziosi ma pare abbiano apprezzato. Nicolò, che ha perso solo l’ultima parte londinese, dice che ha apprezzato molto “l’ape con il cappello giallo”.


A Tommy chiedo se almeno ha dormito bene: è ancora mezzo addormentato e si limita a chiedere quando può rivedere il film. Alla mia domanda però risponde inconsapevolmente il piccolo Nicolò: “Papà, ma non portiamo a casa quella bella poltrona?” Evidentemente per lui è anche stato un comodo lettino.

 

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* Si qualifichi! Due parole sull'autore della settimana: degoffro

Mi ero ripromesso di non mettere più piede in una multisala da quel lontano 26 dicembre 2002, quando avevo visto “Lontano dal Paradiso”. La lunga attesa prima dell’inizio dei film, la troppa confusione, la gente che durante i film sgranocchia pop corn e beve coca cola lasciando poi la sala ridotta a bordello. Avrei continuato a frequentare le mie cinque sale cittadine o nei comuni limitrofi (non mi posso lamentare, tra Legnano, Saronno e Busto Arsizio ho sempre trovato quello che mi interessava, al massimo, per titoli che non arrivavano si poteva andare a Milano, recuperarli alle arene estive o nella sempre ricchissima stagione invernale del cineforum locale). Poi è successo quello che temevo ed immaginavo e che ora è sotto gli occhi di tutti. Le mie salette di riferimento sono una ad una quasi tutte scomparse ed adesso ti trovi quasi obbligato a rientrare nei multiplex. Sono riuscito, con molta fatica, a mantenere questa mia promessa fino a sabato 25 giugno 2011. Quel giorno, gioco forza (con i bambini e con altre persone bisogna scegliere delle soluzioni che possano andare bene a tutti), ho rimesso piede in una Multisala. Non cambio il mio (pre)giudizio complessivo, mi adeguo un po’ malinconicamente ai tempi.

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