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Cannes 2016: Giorno 8
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Il 69° Festival di Cannes per il suo ottavo giorno si affida nelle mani di tre cineasti la cui opera è riconosciuta in tutto il mondo: i fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne e Brillante Mendoza con La fille inconnue e Ma' Rosa. Se i Dardenne puntano al mistero che ruota intorno all'identità di un cadavere (affidandosi ad Adèle Haenel e riportando sullo schermo Thomas Doret, il piccolo protagonista di Il ragazzo con la bicicletta oramai crescuto), Mendoza continua la sua opera semi-documentaristica concentrandosi sulla corruzione che dilaga nelle forze di polizia filippine.

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La fille inconnue

Scritto e diretto dai fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne, La fille inconnue racconta la storia di Jenny, una giovane dottoressa che una sera, dopo aver terminato il suo lavoro, sente suonare alla sua porta e decide di non rispondere. Il giorno successivo, però, la polizia la informa che il cadavere di una giovane donna non identificata è stata trovata morta nelle vicinanze. Sentendosi come in colpa, Jenny inizia una personale indagine per scoprire l'identità della deceduta.

Con la direzione della fotografia di Alain Marcoen, le scenografie di Igor Gabriel e i costumi di Maïra Ramedhan LeviLa fille inconnue viene così presentato dai due registi: «L'idea dell'investigazione è stato il nostro punto di partenza. Ci abbiamo pensato per diversi anni e in un primo momento avevamo pensato come personaggio principale a un poliziotto. Non volevamo però fare un film di genere e abbiamo allora optato per una doppia indagine: la dottoressa Jenny cerca ossessivamente sia di scoprire il nome della ragazza ritrovata morta e di cui nessuno sa niente sia di capire le ragioni del decesso, per cui si ritiene in parte responsabile. Jenny vuole arrivare a delle risposte per se stessa: si sente colpevole per non averle aperto la porta ma non cade mai nell'autocommiserazione e non punta il dito contro nessuno. Anzi, possiamo dire che man mano che la storia procede mostra quanta allegria ci sia nella sua personalità.

Jenny, interpretata da Adèle Haenel, si prende cura con attenzione dei suoi pazienti e ascolta i loro corpi. I suoi malati hanno un sacco di reazioni psicosomatiche: vertigini, mal di pancia, crisi epilettiche... il corpo risponde sempre per primo agli stimoli della mente e parla, esprimendo cose che non sempre si possono mettere in parole. Jenny si preoccupa della sofferenza dei suoi pazienti e cerca di guarirli anche mentre investiga sulla ragazza sconosciuta. Dopotutto, è sempre un medico e non un'agente di polizia.

All'inizio di La fille inconnue Jenny dice a Julien, il suo stagista, che deve essere sempre più forte delle sue emozioni. Ciò che avviene dopo contraddice però il suo consiglio. Come ogni medico, Jenny non dovrebbe fidarsi delle sue emozioni quando si tratta di emettere una diagnosi medica ma fa ricorso a esse quando interagisce con i pazienti e cerca di aiutarli... e anche mentre conduce le sue indagini.

A suo modo, anche Jenny è una ragazza sconosciuta. Di lei, del suo passato e della sua vita personale, non si sa molto. Non sentivamo il bisogno di soffermarci su di lei. Sappiamo solo che lascia il suo appartamento per trasferirsi a lavorare in periferia. Era più importante soffermarci sul fatto che è come "posseduta" dalla ragazza morta. Ovviamente, non parliamo di possessione soprannaturale ma di qualcosa di morale che definisce le sue scelte».

Tutte le foto del film

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Ma' Rosa

Diretto da Brillante Mendoza e sceneggiato da Troy Espiritu, Ma' Rosa racconta la storia dell'eponima protagonista, madre di quattro figli e proprietaria di un piccolo negozio in un quartiere povero di Manila. Amata e rispettata da tutti, Ma' Rosa sbarca il lunario con il marito Nestor rivendendo di nascosto piccole quantità di sostanze stupefacenti. Un giorno, però, Rosa e il marito vengono arrestati dalla polizia. I loro figli saranno disposti a fare qualunque cosa per comprare la libertà dei genitori dalla corrotta forza di polizia.

Con la direzione della fotografia di Odyssey Flores, le scenografie di Dante Mendoza e le musiche di Teresa Barrozo, Ma' Rosa si ispira a eventi realmente accaduti, come ha modo di raccontare il regista: «L'idea di questo film è nata quattro anni fa quando sono stato indirettamente coinvolto con il suddetto episodio. La vicenda ha catturato il mio interesse perché mostrava una caratteristica unica ma anche inquietante di una comune famiglia filippina. Quando qualche componente di un nucleo familiare si trova con le spalle al muro per qualcosa di sbagliato che ha commesso, gli altri sono disposti a tutto pur di tenere il resto della famiglia lontano dai guai, anche se ciò vuol dire violare le virtù di base. In una società in cui la sopravvivenza del più resistente è un dato di fatto con cui convivere, la famiglia diventa amorale.

Ma' Rosa è forse uno dei film più difficili che ho finora realizzato a causa della delicatezza del tema. Mette in evidenza quanto la corruzione sia dilagante tra le forze di polizia delle Filippine. Ciò che viene mostrato è una pratica comune in ogni quartiere della capitale.

Ci mostra inoltre lo scorcio di come vive una tipica famiglia di un altrettanto tipico quartiere di Manila, offrendoci lo spaccato di vita di una comunità. Tutto il film è come un documentario: offre una forte sensazione di realismo. Tutto ciò che si vede, oggetti e posti, sono reali. Nonostante il minimalismo, ho voluto che in mezzo a tanti non professionisti recitassero attori affermati, in grado di mettere in scena con precisione le emozioni richieste. Nessuno degli attori ha mai ricevuto una copia della sceneggiatura e a loro è stato chiesto di seguire il proprio istinto dietro semplici indicazioni: la loro sensazione di incertezza doveva materializzarsi sullo schermo. Ho voluto poi girare nel mese di agosto, nel bel mezzo della stagione dei tifoni. Così facendo, ho reso l'ambiente un personaggio del film».

Tutte le foto del film

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