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Libr(iccin)i A(ni)mati - 58: “Dittico Idraulico” di Frank Westerman (2021) - "Noi pensavamo rosso, la nuova generazione pensa verde."
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Libr(iccin)i A(ni)mati - 58: “Dittico Idraulico” di Frank Westerman (2021) - "Noi pensavamo rosso, la nuova generazione pensa verde."

Frank Westerman (1964), autore di “El Negro e Io”, “Ararat”, “Pura Razza Bianca”, “StikVallei - l’Enigma del Lago Rosso”, “i Soldati delle Parole”, “Ingegneri di Anime” e “Noi, Umani” (tutti pubblicati in Italia dalle edizioni Iperborea), con questi due piccoli saggi/reportage (in zona Fredrik Sjöberg) pubblicati dalla piccola e di recentissima fondazione casa editrice veneziana WetLands (che in home page segnala sempre in tempo reale la temperatura espressa in °C e il livello di marea espresso in cm presenti in quel momento a Venezia) dopo averli estratti - scegliendoli, tra i 14 lavori componentila, in base alla loro tematica acquatica - dalla raccolta antologica “Te Waar om Mooi te Zijn - Over Kunst, de Mens en de Natuur” (“Troppo Vero per Essere Bello - Sull’Arte, le Persone e la Natura”), partendo dai padiglioni dell’Arsenale della Biennale di Venezia, passando per il torrente Vajont, il paese di Longarone, il monte Toc e i 260 e passa metri dell’arco a doppia curvatura in calcestruzzo della diga progettata da Carlo Semenza (che – 1893-1961 – assistette all’inaugurazione, ma non al disastro, sorte che toccò invece al figlio Edoardo – 1927-2002 –, il primo scopritore della paleofrana) e costruita dalla SADE (Società Adriatica di Elettricità, poi incorporata dalla Montecatini e successivamente dalla Edison a formare la Montedison) e oggi di propietà ENEL e giungendo (facendo tappa con analessi in Perù, Tunisia e Spagna) alla normanna Sélune risalendone il corso sbarrato da due dighe per la produzione di energia idroelettrica centenarie partendo dalla baia di Mont Saint-Michel (il cui complesso habitat mareale d’ingegneria naturale del golfo di Saint-Malo, di fronte alle Isole del Canale, il piccolo fiume contribuisce a mantenere attraverso l’apporto di limo della sua foce a estuario), ci racconta come suo solito storie situate al crocevia tra l’incontro e lo scontro e lo scambio reciproco e il vicendevole intreccio fra gli esseri umani e la wilderness, qui riassumibili con la frase pronunciata da un connazionale collega dell’autore, il Prof. Dott. Ing. R.A.Boelens, che il giornalista/divulgatore d’inchiesta riporta alla fine del secondo pezzo: «“Noi pensavamo rosso”, dice Rutgerd. “La nuova generazione pensa verde”.»

• “Venezia, Vajont” (Water vs. de Mens vs. Water): spostamento verso il Rosso (la coscienza politica di classe dopo la Catastrofe evitabile e prima di quella inevitabile).

I run to the rock: “Please hide me!”
But the rock cried out: “I can't hide you.”

Il fronte dell’onda d’urto della massa d’aria incanalata spostata dalla massa d’acqua scavalcante il ciglio dei bastioni della diga spostata dalla massa di terra franata a valle nel bacino artificiale: “I miei piedi non toccavano terra.”

• “Il Sorriso del Salmone” (De Zalm die Lacht): spostamento verso il Verde ([a coscienza ambientale di specie durante la Catastrofe (in)evitabile: la temperatura di ebollizione delle rane].

I run to the river: it was bleedin’,
I run to the sea: it was bleedin’.
I run to the river: it was boilin’,
I run to the sea: it was boilin’.

Dalla Roccia che Beve alla Pietra che Canta (il significato in lingua Guaraní della parola Itaipu, la diga sul fiume Paraná tra Paraguay e Brasile).
Abbattere le due dighe erette un secolo prima lungo il corso della Sélune svuotando i rispettivi bacini artificiali naturalizzati e ripristinare l’alveo “originale” del fiume per consentire la risalita riproduttiva dei Salmo salar è cosa buona e giusta per i salmoni. Poi però ci sono i rischi di alluvioni causate dalle forti piogge favorite dai cambiamenti climatici e mitigate dalla presenza di bacini di contenimento naturali o artificiali…

Una centrale idroelettrica potrebbe avere un nome più bello di "roccia che beve"? Ovviamente una diga di contenimento di questo genere è cava all'interno: presenta dei fori che inghiottono avidamente l'acqua per la propulsione delle turbine. Carbone bianco, energia verde.

• Colophon.
Frank Westerman - “Dittico Idraulico” - 2021 (WetLands, 2022, traduzione di Claudia Cozzi - 92 pagg., brossura cucita a filo refe con copertina a quattro ante, 14.00 €).
* * * ¾

 


• Nota. Refusi importanti non ve ne sono, ma c’è un bell’errore marchiano: in questo caso il libro sbaglia e l’internet no (wikipedia batte cellulosa).

Il pericolo maggiore lo corre la Basilica di San Marco, bassa rispetto al livello della Piazza, e il Campanile di fronte. Il Campanile, che viene lambito per primo, rischia di crollare. Non è un rischio incombente, ma a lungo termine: nel corso degli scorsi mille anni tutti i suoi predecessori, fari per la navigazione, sono crollati, oppure bruciati. Il Campanile attuale è una copia dell'originale crollato verticalmente nel 1902. Successe un giorno d'estate, in assenza di vento. La mattina del 14 luglio nell'intonaco sopra la loggia si aprì una crepa che si propagò ascensionalmente, come un fulmine verso l'alto. Mentre a distanza si radunavano i primi curiosi, il Campanile crollò in un rombo temporalesco. Una foto in bianco e nero del crollo di di Venezia approdò sul New York Times: quello che si vede di questo simbolo è l'ultimo secondo prima che l'arcangelo Gabriele si schianti al suolo fra nuvole di macerie.

In realtà non esiste alcuna foto scattata in tempo reale durante il crollo: tutte quelle reperibili sono dei fotomontaggi “cronacartistici”.

- https://it.wikipedia.org/wiki/Campanile_di_San_Marco
- https://www.ilpost.it/2022/07/14/crollo-campanile-san-marco-venezia/
- https://www.lefotografiechehannofattolastoria.it/2020/storia/il-crollo-del-campanile-di-san-marco/

Postilla / 1: altre catastrofi (evitabili).  
- 1° Dicembre 1923, Val di Scalve (Lombardia): cedimento strutturale della Diga del Gleno: ca. 360 (500) morti: “Vidi la Presolana in fiamme.”
- 13 Agosto 1935, lago di Ortiglieto (Piemonte): cedimento strutturale dello sbarramento secondario della Sella Zerbino (Molare, Ovada): ca. 110 morti.
- 2 Dicembre 1959, Frejus (Provenza): cedimento strutturale della Diga di Malpasset: ca. 325 morti.
- 19 Luglio 1985, Val di Stava (Trentino): cedimento strutturale degli argini del bacino di decantazione di una miniera di Prestavel (Tesero): ca. 270 morti.

Postilla / 2: altre catastrofi (inevitabili).
Al momento della pubblicazione di questa playlist danzano nell’aria ca. 420 ppm (parti per milione) di anidride carbonica (bi/di-ossido di carbonio).

Addenda / 1: Libriccini Animati (volumi precedenti):
- Tommaso Lisa - “Memorie dal Sottobosco - un Coleottero dei Funghi” - Exorma, 2021
- Marco Bagarella (su FilmTV.it come @lostraniero) - “i Vendemmiatori - una Fiaba Nera Trapanese” - CùncumaSelf / StreetLib, Salemi / Trapani, 2020
- Daryl Gregory - “Nine Last Days on Planet Earth” - 2020 - Tor.com [“Nove Ultimi Giorni sul Pianeta Terra”, Edizioni Zona 42, Modena (collana 42 Nodi), 2020]
- Tommaso Lisa - “Coleotteri Rossi e altri Insetti dello stesso Colore - Diario Entomologico” (Danaus, Palermo, 2020)
- Federico Roncoroni - “E Sapremo Chi Fu l'Autore del Delitto? - Piero Chiara Intervista Carlo Emilio Gadda” - Mauro Pagliai Editore, 2011-'12 / Edizioni Polistampa, Firenze, 2013

Addenda / 2: Libriccini Animati (coming soon):
- Matteo Meschiari - “Antropocene Fantastico - Scrivere un Altro Mondo” - Armillaria, Milano, 2021
- Stephen King - “Guns” - 2012 (Marotta & Cafiero, Napoli, 2021)
- David Quammen - “Perché Non Eravamo Pronti” - 2020 (Adelphi, 2020)
- Carlo Emilio Gadda - “la Casa dei Ricchi” - 1948 (Adelphi, 2020)      

Playlist film

Vajont (Natale 1963)

  • Documentario
  • Italia
  • durata 11'

Regia di Luigi Di Gianni

Con Luciano Malaspina

Vajont (Natale 1963)

 

Due giorni prima del disastro, le fessure negli alpeggi si allargarono al punto da inghiottire alcune mucche. I contadini, che cominciarono a portar via il loro bestiame, videro aprirsi dei crateri nei luoghi in cui erano appena passati. Nel raggio di chilometri, tutti avevano i nervi a fior di pelle. La maggior parte di loro si svegliava di soprassalto un paio di volte per notte per via delle scosse che accompagnavano il riempirsi del bacino. Ora la faccenda era seria: il monte Toc era sul punto di franare, dalla parete nord scivolavano verso il basso placche coniche.

I capi della SADE continuavano a non dare risposte. Erano in vacanza o proprio in quel momento erano in visita all'amante; in ogni caso, non erano reperibili.

SADE stava per Società Adriatica di Elettricità. Ogni forza o entità a cui si può dichiarare guerra ha bisogno di un nome, meglio se malvagio; ovviamente è un vantaggio se ti trovi bell'e pronto un nome come SADE. Quell'acronimo aveva su Giuseppe l'effetto di una scossa elettrica, aveva contribuito a trasformarlo: da vittima era diventato idealista e attivista, e con gli anni non aveva fatto che indurirsi.

 

[...]

 

"Perché io non ne so niente?" chiese di sfuggita il figlio quindicenne. Anche la nonna era stata portata via dall'acqua con casa e tutto? Il tono di Giovanni era al tempo stesso perplesso e accusatorio.

Già, si chiese anche Marco Paolini, perché non aveva mai detto niente a suo figlio? Il ragazzo aveva quindici anni, era primogenito e figlio unico; senza la fuoriuscita dell'acqua da dietro la diga del Vajont, la sua famiglia sarebbe stata diversa. Chi era dei due a recitare la commedia?

Giuseppe disse che gli era sembrato che intorno al suo diaframma qualcosa si capovolgesse. Il suo stato d'animo, e anche la sua coscienza, cominciarono a riorganizzarsi. Lui lo chiama il suo redshift, lo spostamento verso il rosso. Erano già trascorsi vent'anni dal "Vajont", eppure tutto successe di nuovo, questa volta in un'altra luce.

Giuseppe scese in campo. Sulle orme di Marco Paolini abbracciò la crociata contro il male emblematizzato dalla sigla SADE. Denunciò il modo in cui erano stati trattati gli informatori, che all'inizio degli anni Sessanta erano stati trascinati nel fango; l'ex-ministro delle finanze di Mussolini che aveva accumulato una fortuna costruendo dighe difettose; lo scandalo dell'imputare a Dio una catastrofe man-made.

 

[...]

 

"Eccolo qui", dice, "il listino prezzi". Ci allunga un resoconto dei risarcimenti corrisposti dalla SADE, per ogni morto, ai parenti sopravvissuti.

 

 Per un marito - L. 3.000.000

 Per una moglie - L. 2.500.000

 A un genitore, per ogni figlio minorenne - L. 1.500.000

 A un genitore, per ogni figlio che non viveva a casa - L. 800.000

 A un figlio minorenne, per ogni genitore - L. 1.000.000

 A un figlio maggiorenne, per ogni genitore - L. 600.000

 

"All'epoca una mucca costava 150.000 lire", dice Giuseppe. Lui i trenta denari non li aveva accettati.

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Sei Venezia

  • Documentario
  • Italia
  • durata 95'

Regia di Carlo Mazzacurati

Con Giovanni Galeazzi, Roberta Zonchin, Ernesto Canal, Carlo Memo, Ramiro Ambrosi

Sei Venezia

 

Il punto zero dell'acqua alta e bassa a Venezia è il livello medio del mare misurato nel 1897. Sulla Punta della Salute, allo sbocco del Canal Grande, questo zero mareografico è indicato con una riga orizzontale, intorno alla quale è stata costruita una stazione di rilevamento che fa pensare a una latrina. All'interno gira lentamente un rullo cilindrico verticale, ricoperto di carta a quadretti. Una penna meccanica, collegata a un galleggiante nell'acqua, disegna le onde di bassa e alta marea al ritmo della posizione del sole e della luna.

Peccato solo che in un secolo la stazione di rilevamento si sia abbassata di undici centimetri insieme al fondale della Laguna, mentre il livello del mare è salito di tredici centimetri. Si può ancora parlare di punto zero?

 

----- ----- -----

 

Per un millennio i cantieri navali di venezia sono stati ipiù industriosi della Terra. Qui venivano varati galeoni su galeoni, caravelle su caravelle, una flotta immensa di navi mercantili e da guerra. Un'eternità prima che a Detroit Henry Ford organizzasse, nel 1910, la sua linea di montaggio per la T-Ford, a Venezia le navi si costruivano già alla catena di montaggio.

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Teorema Venezia

  • Documentario
  • Germania, Italia, Austria
  • durata 82'

Titolo originale Das Venedig Prinzip

Regia di Andreas Pichler

Teorema Venezia

In streaming su Amazon Video

vedi tutti

 

Per cominciare potrei raccontare qual è il mio rapporto, io che sono olandese, con la vita sotto il livello del mare. Mi sento minacciato?

Dico che l'assenza dell'acqua nei luoghi in cui, secondo le leggi dell'idraulica, l'acqua dovrebbe invece esserci è la cosa più propriamente olandese a cui io possa pensare. La terra sotto il livello del mare (un terzo della nazione) è in ogni caso più tipica dei tulipani (pianta originaria della Turchia) o delle patate (provenienti dalle Ande). Racconto che spesso, quando sono in aereo sulle vie di rullaggio di Schiphol, immagino che l'aeroplano si sposti stando immerso nell'acqua fino alle ali. I finestrini ovali si trasformano automaticamente in oblò. Immagino la massa d'acqua che in passato si trovava qui, sul fondo dell'Haarlem-mermeer, dove ora si stende la pista di Polderbaan. "Di una bellezza assurda!"

Il mio amore per l'ingegneria idraulica risale all'epoca delle vacanze della mia infanzia, che trascorrevo sulle spiagge del Mare del Nord. Passavo estate dopo estate a trafficare con secchiello e retini da pesca. Con la bassa marea mia sorella e io costruivamo castelli di sabbia, che ornavamo di conchiglie. Continuare a spalare fino all'alta marea, sempre più freneticamente, anche se contro la marea entrante non hai scampo... solo per vedere sprofondare onda dopo onda quello che hai costruito con le tue mani, finché non ne rimane più nulla: esiste una lezione di vita più persuasiva? È il nostro destino su scala nazionale: costruiamo dighe, chiuse e città che sono condannate a essere, prima o poi, spazzate via.

Abbiamo imparato a convivere con quella consapevolezza?

"Sì", sono tentato di dire. Ma è rischioso, per non dire arrogante, parlare a nome di una nazione per via della propria nazionalità. Per questo motivo ripiego su un oggetto che sento vicino: il quadretto che i miei genitori hanno scelto per il loro matrimonio. Olio su tela, trenta per cinquanta centimetri, una marina. Rappresenta solo acqua. nient'altro. Niente terra, nemmeno unapiccola barca, nessuna boa: solo onde dalle creste schiumose.

Per il loro matrimonio, i giapponesi ricevono in regalo una xilografia del monte Fuji, gli armeni un dipinto dell'Ararat e noi, gli olandesi, guardiamo negli occhi il grigio-verde del Mare del Nord.

I miei genitori, racconto, si fidanzarono poco dopo la nostra acqua granda nazionale del 1° febbraio 1953. In quanto a letalità, questo disastro acquatico è dello stesso ordine dello tsunami di montagna del Vajont. A titolo di confronto: nel delta della Schelda, della Mosa e del Reno annegarono 1836 anime; contro i 1917 abitanti della valle del Piave. Le dighe intorno all'isola dei miei genitori e dei miei nonni cedettero sotto un innalzamento di 455 centimetri d'acqua; la fattoria della migliore amica di mia madre venne portata via come un relitto.

Luctor et emergo, è il motto della provincia olandese maggiormente colpita: lotto ed emergo. Dal 1953 tutte le dighe marine olandesi sono state portate ad "altezza del delta": dodici metri sopra il livello del mare. Sono state costruite cinque dighe mobili antimaree, fra cui la diga di sbarramento della Schelda orientale in un'insenatura di tre chilometri con sessantadue barriere mobili - come un MOSE meccanico che non si abbassa mai.

 

[...]

 

"Cosa ci è successo? Perché siamo diventati sordi davanti alle richieste di aiuto della Laguna? L'abbiamo aperta alle navi da crociera e abbiamo chiuso gli occhi davanti alle conseguenze!" L'andirivieni di quelle case di riposo galleggianti, pallide e mostruose come i loro passeggeri, ha assunto l'ineluttabilità delle maree: ma chi è che fa navigare in Laguna navi a cinque piani con tanto di piscine e casinò?

Più di mezzo secolo dopo l'acqua granda, la sicurezza di Venezia continua a dover cedere il passo all'andare e venire delle grandi navi e alle inarrestabili ondate di turismo che queste rovesciano sulle banchine. Per tutto questo tempo la lobby delle compagnie di navigazione, che vuole mantenere a ogni costo la propria libertà di transito, ha impedito a Venezia di difendersi dall'acqua alta.

E allora Elisa afferma: l'acqua alta non è una fatalità, non è una piaga inesplicabile. Non è la peste. No, siamo noi che facciamo questo a noi stessi.

Leggo le sue parole e penso alle ultime notizie della BBC: "Il sindaco di Venezia attribuisce la responsabilità della marea record ai cambiamenti climatici". Da infuriarsi. Nemmeno due anni prima, nel 2017, erano finite in galera decine di responsabili e amministratori, fra i quali l'ex sindaco di Venezia. Si scopre che dei sei miliardi di euro spesi per il MOSE, un miliardo è finito in tangenti. Da allora il Consorzio Venezia Nuova è commissariato dall'Unità anticorruzione.

Nel frattempo la maggioranza dei pezzi grossi del MOSE è di nuovo libera, alcuni di loro su cauzione. Ma il capo di tutti i capi [in italiano nel testo; NdR] è riuscito a evitare il processo scappando in California, dove è morto nel settembre 2019*.

 

*Giovanni Mazzacurati, padre del regista e sceneggiatore Carlo Mazzacurati (1956-2014); NdR.

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Welcome Venice

  • Drammatico
  • Italia
  • durata 100'

Regia di Andrea Segre

Con Paolo Pierobon, Andrea Pennacchi, Roberto Citran, Ottavia Piccolo, Giuliana Musso

Welcome Venice

In streaming su Timvision

vedi tutti

 

Post scriptum (Venezia, Vajont).

Domenica di Ognissanti, novembre 2021. Sono di nuovo a Venezia, in una casa da scrittore provvista di due paia di stivali di gomma. Controllo in continuazione sul telefono i livelli idrometrici reali su Hiltide Venice, una app che per stasera prevede codice arancione, con acqua alta di 130 centimetri alle 20.45. Alle 19.05 Piazza San Marco comincia ad andare sott'acqua. Il colore dello sfondo della app sbiadisce da verde a giallo. Alle sette e un quarto la relativa icona si trasforma: da scarpa diventa uno stivale. Il livello continua a salire. Ma poi, alle 19.25, improvvisamente l'acqua perde un centimetro. Poi ancora uno. I veneziani sfuggono all'alta marea perché si compie un miracolo dal fascino biblico: Mosè ha diviso in due il mare Adriatico.

 

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Post scriptum (il Sorriso del Salmone).

Nella bacheca dell'Hôtel de Ville di Ducey è esposta una nuova delibera della prefettura. Timbro della data: 5 ottobre 2021. La demolizione della roccia che beve è posticipata alla primavera del 2022. Motivo? Rischio incombente di inondazione. I responsabili hanno avuto un ripensamento. La probabilità è alta - e non fa che aumentare - che in futuro la Sélune senza dighe farà spietatamente parlare di sé.

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Futurama

  • Serie TV
  • USA
  • 9 stagioni 144 episodi

Titolo originale Futurama

Con Matt Groening

Tag Animazione, Storia corale, Spazio, Amicizia, Varie, Futuro

Futurama

In streaming su Disney Plus

vedi tutti

 

"Perché hanno vissuto? Perché sono morti? Per nessuna ragione!"

 

 

"We shall not cease from exploration

And the end of all our exploring

Will be to arrive where we started

And know the place for the first time." 

 

"Noi non desisteremo dall'esplorazione

E la fine di tutto il nostro esplorare [andare]

Sarà il giungere là dove siamo partiti

E conoscere [sapere] il luogo per la prima volta."

 

T. S. Eliot - "Little Gidding" (1942), da "Four Quartets" (1943). 

 

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