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Il sanguinario

Regia di Douglas Hickox vedi scheda film

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John Nada

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La recensione su Il sanguinario

di John Nada
10 stelle

Il sicario non si ferma mai, finché non raggiunge il suo obbiettivo.”
E' alla ricerca come una belva! Una donna è il suo obiettivo ... Nessuna gabbia può tenere imprigionato il suo desiderio di vendetta.”
Frasi di lancio originali del film.

"Il mio unico rimpianto è che non ho bevuto prosciugando ogni pub e dormito con tutte le donne del pianeta."-Oliver Reed

Ci troviamo di fronte con questo film ad uno dei più efficaci e pieni di virulenta energia, fra i grandi e di alta, celebrata scuola “Brit gangster movie” degli anni '70, in perfetta triade con “Carter”(Get Carter) (1971) di Mike Hodges, con Michael Caine e “Il Mascalzone”(Villain) ( 1972) di Michael Tuchner, con Richard Burton.

Sitting Target”, “Bersaglio fisso, o seduto” secondo una traduzione italiana, uscito nelle sale cinematografiche come “Il Sanguinario” , con Oliver Reed e Ian McShane, è un thriller strepitoso e sconosciuto ai più almeno da queste parti, che andrebbe assolutamente visto anche solo per la spettacolare prestazione infusagli da Oliver Reed.

E' anche un film che venne classificato con una “X” in Gran Bretagna a causa della sua “brutalità”. E già questo non avrebbe potuto essere per me più convincente a farmelo vedere, ovvero la sua “brutalità”.

Erano diversi anni che non lo rivedevo più dall'uscita della vecchissima vhs da nolo della MgM/Panarecord del 1988, e per molti versi brutale lo è ancora, non c'è niente di più consono alla definizione come quella di un Richard Widmark/Tommy Udo, un gangster psicopatico che spinge un'anziana disabile in sedia a rotelle giù dalle scale, in una scena divenuta crudelmente celebre, nel noir “Il Bacio della morte”(Kiss of Death) (Usa 1947) di Henry Hathaway, o di Lee Marvin che getta John Vernon nudo dalla finestra di un palazzo come in “Senza un attimo di tregua” (Point Blank) (Usa 1967) lo spettacolare, capolavoro noir non a caso di un altro regista britannico come John Boorman o tanto brutale quanto ehm sempre lui, Lee Marvin, che fracassa una tazza di caffè bollente in faccia ad una donna, come ne “Il Grande caldo” (The Big Heat) (1953) di Fritz Lang ( Marvin è stato davvero uno dei più “bad-ass” tra i “bad-ass”), e anche per un film grintoso come “Il Sanguinario” sì, che rimane un thriller brutale vertente sulla figura di un truffatore che esce fuori di prigione per vendicarsi della sua donna (Jill St.John direttamente da “Agente 007- Una Cascata di diamanti” (James Bond 007- Diamonds Are Forever) (G.B. 1971) di Guy Hamilton, che lo ha abbandonato senza aspettarlo e fregandogli anzi una enorme quantità di denaro frutto del suo ingegno, finendo persino per mettersi con un riccone di sua conoscenza, invece di aspettare che lui uscisse.
Questo truffatore è Harry Lomart, interpretato catarticamente da Oliver Reed, un cosìddetto “bad-ass” dentro, ma come anche fuori dallo schermo. Cerchiamo di aprire un momento di parentesi almeno per ricordare la sua morte, all'età di 63 anni, durante le riprese sull'isola di Malta, de “Il Gladiatore”(Gladiator) (G.B./Usa 2000) di Ridley Scott. Egli era stato a pranzo, aveva bevuto 3 bottiglie di rum, una mezza dozzina di birre, e vari bicchierini di whisky e cognac, e ha poi avuto un attacco di cuore dopo aver superato cinque-CINQUE- marinai della Royal Navy a braccio di ferro. Ci sono attori di metodo, e ci sono forze della natura che hanno e fanno la fortuna dei registi, di catturare sé stessi sulla pellicola. Ollie "Mr. England" Reed, così auto-proclamatasi perché era stato una delle poche celebrità a non fuggire dalla Gran Bretagna delle imposte elevate negli anni '70 (quanto mai di attualità soprattutto per il recente “caso Depardièu” in Francia), era certamente uno di questi ultimi.

“Sitting Target” inizia con Harry che riceve le notizie sempre più cattive dalla sua ragazza, che è dall'altra parte dei vetri del parlatorio del carcere, comunicando con lei attraverso un telefono. Quando egli viene a sapere quanto lei gli è stata falsa e che lo sta lasciando, sfonda la barriera di vetro con un pugno e la afferra per la gola. Le guardie lo picchiano e ci vanno giù di brutto con i manganelli, trascinandolo poi nella sua cella. Ma già lui stava programmando un'evasione con amico, Birdy Williams, interpretato da Ian McShane (si sa, anche lui grandioso interprete inglese dei film di gangster, in tempi più recenti Al Swearengen nella famosa serie tv western di Walter Hill "Deadwood", tra i molti altri ruoli). Harry trascorre il suo tempo in cella applicandosi ad un regime di allenamento fisico crudele, In un'epoca come quella d'oggi in cui anche un grosso pezzo d'uomo come lui avrebbe avuto l'Ipad, l'Iphone, il Laptop, lui ha con sé solamente la definizione di una statua greca ed è freddo e duro come il marmo.
Egli riesce a fuggire nascondendosi durante l'appello della notte, appeso al soffitto in una prova strabiliante di determinazione e di forza fisica, e poi oscillando verso il basso per massacrare di botte le guardie che tante volte lo avevano bastonato, quando elle lo stanno cercando per la cella. Sono anche gli stessi carcerieri che lo hanno picchiato e manganellato quando ha tentato di soffocare la moglie, e già ottiene così la sua prima vendetta. Per mostrare ancora come egli è talmente determinato a restituire il tradimento della moglie, quando finalmente scappa dalla prigione dopo essersi confrontato con i cani da guardia, le luci di ricerca, e aver scalato al buio attraverso dei tiranti il muro, Harry deve salire e oltrepassare del filo spinato a mani nude. Gli altri compagni con lui nella fuga hanno degli stracci utilizzati per proteggere se stessi, ma non c'è più tempo. Così Harry compie il passaggio nel modo decisamente più duro.

Una volta che sono fuori evasi, “scottano” troppo e devono lasciare il paese, ma non prima che Harry finisca la sua missione. Rompono anche una regola non detta nel loro mondo sotterraneo della mala, ovvero "no armi", e prendono un Mauser con il calcio pieghevole e il manico rimovibile, che può essere utilizzato anche in modo completamente automatico. Questo porta ad un brutale scontro a fuoco con la polizia in motocicletta per alcuni vicoli che è probabilmente quello che ha dato al film il suo certificato di “X”. Una moto scoppia in fiamme, e la eccellente direzione del tragicamente scomparso e compiant, dotatissimo Douglas Hickox la fa sembrare documentarista e fin troppo reale. Come la caccia di Harry nei confronti della moglie volge le cose verso il basso, ed egli si rende conto di essersi fatto altri nemici con la sua ossessione, alcuni posti di blocco portano ad un maggiore scontro a fuoco e ad un inseguimento eccellente attraverso una intersezione autostradale con una Land Rover. E' questa sequenza ma come anche l'intero film, un pezzo dimenticato e indimenticabile degli anni '70 per quanto riguarda il “crime movie” britannico e anche se non è -ancora- da tutti considerato un classico come il citato “Carter”, ”Sitting Target” è un thriller raffinato ed elettrizzante che è a sé stante, e ha meritato finalmente della benemerita e recentissima uscita in dvd R1 per la al solito eccezionale collana della Warner Archive.

Reed era all'epoca e giustamente all'apice della fama per essere stato il prolifico e attivissimo protagonista di molti celebri film, anche in Italia come “Mordi e Fuggi” (1973) di Dino Risi, lo strepitoso “Revolver” (1974) di Sergio Sollima, con Fabio Testi e Agostina Belli, “Il Giorno del furore” (1973) di Antonio Calenda e altri, e il protagonista di “Oliver!” (G.B. 1968) di Carol Reed, che aveva vinto tanti Oscar importanti , nel ruolo di Bill Sikes, e per fare un altro esempio di successo “mainstream” l'eccellente versione de “I Tre moschettieri” (The Three Musketeers) del 1974 diretta da Richard Lester, e i suoi sequel degli anni '70, e, naturalmente, senza mai fermarsi in una ricchissima e variegata filmografia fino a Proximus ne “Il Gladiatore”. Ha interpretato anche molti ruoli “coloriti” e viscerali a dir poco in alcuni dei più famosi e riusciti film di Ken Russell, del quale era uno dei suoi interpreti maschili preferiti, titoli conosciuti in tutto il mondo come “Donne in amore” (Women in Love) (G.B. 1969), I Diavoli” (The Devils) (G.B. 1971) , un vulcano di scandalo, “Tommy” (G.B. 1975), fino a “Le avventure del Barone di Munchausen” (G.B. 1989) di Terry Gilliam. Oggi non è più tanto facile trovare un attore che sia come detto davvero così viscerale e istrionico di personalità anche fuori dagli schermi mentre quando lo è sullo schermo, come era Reed, che sia al contempo uno dei più originali e veri. Avendo visto e sempre ripagato da grande soddisfazione, ogni-OGNI- film della sua lunga filmografia, so che difficilmente potrò mai venire soddisfatto di più da un altro attore, indipendentemente dalla qualità intrinseca o meno del film da lui interpretati, che per quanto riguarda “Il Sanguinario”, è certamente di alto livello.

"Un giorno mi piacerebbe vivere in Irlanda. Io amo gli irlandesi, più ho visto e conosciuto le popolazioni di altri paesi, più credo che gli irlandesi siano le uniche persone realmente a sinistra, e, a parte che hanno spazio e aria limpida in cui passeggiare e pensare e in cui sentirsi liberi. "
Oliver Reed

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