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Miss Stevens

Regia di Julia Hart vedi scheda film

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La recensione su Miss Stevens

di alan smithee
6 stelle

Una giovane professoressa di inglese si offre di accompagnare tre studenti con spiccate propensioni alla recitazione, a partecipare ad un corso di formazione organizzato tra diverse scuole, che culminerà con la proclamazione dei primi tre migliori allievi.

Nel viaggio, che si scopre finanziato dal genitore dell'unica ragazza dei tre che partecipano, la prof. non solo si offrirà di accompagnarli, ma metterà a disposizione la sua un po' acciaccata Volvo familiare per intraprendere un viaggio piuttosto lungo, necessario per raggiungere il luogo della manifestazione.

Nel viaggio emergeranno le caratteristiche più intime di ogni partecipante, ma anche della professoressa, giovane donna avvenente ma con forti problemi a rapportarsi con l'esterno, e di fatto sola e sofferente di solitudine, dopo essere stata segnata da un doloroso lutto provato.

Nel contempo, tra tensioni, incomprensioni, chiarimenti e confronti anche accesi, si chiariscono i caratteri ben definiti dei tre allievi prescelti, tutti dotati di sensibilità e di una buona attitudine alla recitazione, tutti sottomessi e vessati da insicurezze nascoste in qualche modo, spesso grossolanamente, a volte mostrando una aggressività o una scontrosità che di fatto è più una difesa che una vera caratteristica del personaggio.

Scritto e diretto con garbo e sottile introspezione dalla debuttante Julia Hart, Miss Stevens si segnala soprattutto per la notevole interpretazione dei quattro principali interpreti coinvolti: tra questi Timothée Chalamet si dimostra un portento per sottigliezza espressiva e gestualità disinvolta e incontenibile.

Ma la vera rivelazione, peraltro già vista altrove impegnata in altri generi, è la prestazione intensa e struggente di Lily Rabe a rendere il film qualcosa che va ben oltre la solita commedia sentimental-esistenziale a cui potrebbe il film essere superficialmente accomunato e classificato.

La sua Miss Stevens è un personaggio splendido, fragile nonostante la corazza di calma apparente che la donna sfodera dinanzi alle persone con cui deve rapportarsi nel suo percorso terreno.

Scopriamo poco per volta, tra i bei lineamenti e gli occhi spesso perplessi e straniani che le si disegnano sul bel volto angelico e un po' triste, le sfaccettature più intime e potenti del suo personaggio, assecondando un percorso narrativo che diviene sempre più convincente man mano che la vicenda svela le sue carte, assecondando un convincente sviluppo della vicenda.

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