La recensione su Viy

In seguito alla disavventura per la quale lo studente di filosofia del collegio di Kiev Chomà Brut è riuscito a domare e fustigare una strega che lo aveva irretito, lo stesso viene richiamato dal rettore per presenziare al funerale della giovane figlia di un ricco cosacco che ha richiesto espressamente la sua presenza prima di morire. Strega e fanciulla sono ovviamente la stessa persona ed il povero studente sarà sottoposto ad una dura prova che lo vedrà difendersi per tre notti consecutive dalle  forze inferiche che la megera gli scatenerà contro. Quando ormai Chomà sembra uscirne vincitore, dalle profofondità terrigene viene richiamata la misteriosa e implacabile figura del Vij.

Vij (1967): Frontespizio DVD

Modesto esempio di una cinematografia del fantastico non priva di solide basi tecniche (sembra sia il primo film horror del cinema sovietico e tesi di diploma per i cineasti Konstantin Ershov e Georgiy Kropachyov), questo piccolo racconto gotico è un saggio accademico che non rinuncia alla profondità di campo di fondali posticci come ai sorprendenti movimenti di macchina che sopperiscono alla ingenuità di rudimentali effetti speciali (il Vij della narrazione popolare è un essere terrigno ben più mostruoso e villoso di quello raffigurato) e punta sugli accesi cromatismi di una fotografia a tratti cupa ed opprimente.
Pittoresco, immaginifico e non privo di una sua originale impronta figurativa, questa riduzione filologicamente fedele del racconto di Gogol ne riconduce la morale politica alle beffarde coincidenze della sorte ed alle soverchianti logiche del potere che costringono un giovane renitente e indifeso a soggiacere ai perversi meccanismi di una volontà di dominio e di prevaricazione. Coerentemente con la sinossi di una drammaturgia della sfortuna che stritola le miserabili vite di uomini semplici nei meccanismi implacabili di un sistema di regole alle quali non possono sottrarsi va in scena la triste vicenda del filosofo Chomà, chiamato a recitare salmi che non conosce a sufficienza e ad avere un coraggio che non possiede affatto, laddove le abominevoli forze del male complottano contro la santità e la virtù di un umile peccatore e proprio l'inconsapevole protezione di un potere assai più prosaico e materiale gli viene in ausilio, stritolando nella sua inestricabile morsa sudditi e servi, gli uni e gli altri corrotti dalla moneta sonante del padre e ammaliati dalle sataniche lusinghe della figlia e perciò destinati alla morte certa od alla dannazione eterna.

Viy (1967): Una scena del film

Viy (1967): Una scena del film

Viy (1967): Natalja Varlej

Viy (1967): Leonid Kuravlev e Natalja Varlej

Viy (1967): Leonid Kuravlev e Natalja Varlej

Viy (1967): Una scena del film

Viy (1967): Una scena del film

Molto interessante l'uso del commento sonoro del maestro armeno Karen Khachaturian come pure i gustosi inserti di una tradizione popolare fatta di canti propiziatori e di tetre nenie funebri (il corteo che accompagna la salma della malefica padroncina si incammina lungo due ali di una moltitudine di servi e balie che intonano uno straziante Stabat Mater ortodosso) e contribuiscono a ricreare quel climax di attesa per l'ineluttabile che percorre  dall' inizio alla fine il racconto di  Gogol. 

Viy (1967): Scene del film

Finale terrifico e beffardo in cui il sacrificio di un umile e sfortunato figlio del Signore riesce a bloccare le forze del male sulla soglia di una precipitosa fuga al sorgere del sole e rivelare le immonde sembianze di megera della diafana e bellissima figlia del padrone.

"Prikhodite letuchikh myshey! Prikhodite wurdalaki!"

Per chi fosse interessato il film (sottotitolato in inglese) lo trovate qui:

https://www.youtube.com/watch?v=3NR9YukOzBE

Mentre i sottotitoli italiano li trovate qui:

http://www.subtitleseeker.com/0062453/Viy/Subtitles/Italian/