Regia di Paolo Gioli vedi scheda film
Dieci minuti e qualche secondo: la giusta durata per un lavoro sperimentale di questo tipo, uno studio, un esercizio stilistico che difficilmente può coinvolgere un pubblico disinteressato alla questione tecnica che l'opera sottende. Paolo Gioli, anche pittore e fotografo, dalla fine degli anni Sessanta si è cimentato nella regia cinematografica licenziando principalmente cortometraggi ed esclusivamente lavori di ricerca, come è del resto anche questo Secondo il mio occhio di vetro. Grafica spartana (che Gioli utilizzerà lungo l'intero arco della sua carriera filmica) per i titoli, bianco e nero risaltato dalla quasi totalità di immagini in negativo, sottofondo musicale tribale che ben si accosta al certosino lavoro di montaggio occorso. 5/10.
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