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Louisiana

Regia di Roberto Minervini vedi scheda film

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Tato88

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La recensione su Louisiana

di Tato88
4 stelle

Il documentario in concorso per Un Certain Reguard dell'italiano Roberto Minervini non ha quasi nulla di italiano eccetto lo sguardo del turista interessato alla cultura di un paese straniero. Ed è proprio questa cultura a non piacermi e per quanto possa cercare di essere obiettivo sull'ottimo lavoro di Minervini, mi riesce difficile apprezzare il suo documentario.

La ragione principale che mi porta a provare un accentuato fastidio è lo sguardo complice del regista, che fingendosi per lo più un osservatore senza giudizio, sembra in più occasioni ammirare la filosofia di vita del suo protagonista. E qualcosa di buono effettivamente c'è nel suo vagabondare tra gli affascinanti paesaggi paludosi della Louisiana, ma sono pochi frammenti, troppo rapidi e disonestamente descritti nella sinossi come il centro nevralgico del documentario. Non è vero, il 90% della prima parte del film descrive la vita a base di droghe di un uomo che per vivere spaccia saltuariamente piccole dosi di cocaina per fare abbastanza soldi da potersi comprare l'eroina. Sembra più un documentario su quante possibilità ci siano di iniettarsi liquidi nelle vene. La cosa che disturba di più è la fotografia calda e confortevole con cui tali sequenze vengono presentate.

Nella seconda parte invece si passa alla pura retorica andando a seguire un gruppo di ragazzi nervosissimi durante una sessione privata di addestramento all'uso delle armi (fucili di precisione e mitraglie da veri fanatici), così da trattare in maniera del tutto arbitraria il tema del possesso legale delle armi da fuoco in America.

Ad un certo punto il film finisce, perché sì. Minervini ci racconta un aspetto della società americana che interessa solo a lui (o almeno non a me), ma lo fa con una forma così ruffiana da riuscire a sfangarla con i selezionatori dell'Un Certain Reguard. Buon per lui, mal per noi.

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