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L'astronave atomica del Dott. Quatermass

Regia di Val Guest vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'astronave atomica del Dott. Quatermass

di FABIO1971
8 stelle

Un'astronave progettata dal professor Bernard Quatermass (Brian Donlevy), illustre scienziato al servizio del governo britannico, rientra sulla Terra dopo un viaggio sperimentale di oltre 1500 miglia nello spazio, precipitando in piena notte nel sud dell'Inghilterra. Quatermass, accompagnato da Blake (Lionel Jeffries), il funzionario del Ministero della Difesa incaricato di vigilare sull'esito della missione, accorre immediatamente da Londra sul luogo dell'impatto per coordinare le operazioni di soccorso: a bordo, però, è rimasto un unico superstite, Victor Carroon (Richard Wordsworth), recuperato dall'astronave in stato di shock e gravemente ferito. Nessuna traccia, invece, degli altri due membri dell'equipaggio, mentre i risultati delle prime analisi su Carroon gettano ulteriori ombre sulla vicenda: "È davvero inconcepibile, non è clinicamente possibile che il suo cuore reagisca così. Polso e pressione sono incredibilmente deboli: non dovrebbe essere vivo, ma lo è". E non è tutto, perchè l'esame del corpo evidenzia anche inspiegabili modifiche alla pelle e alla struttura ossea. Inoltre, lo stato catatonico in cui versa Carroon impedisce a Quatermass di scoprire che cosa possa essere accaduto nello spazio durante la missione. Poi, improvvisamente, l'astronauta si risveglia, mentre a bordo dell'astronave vengono rinvenuti brandelli di tessuto appartenenti a un misterioso organismo gelatinoso e le registrazioni della scatola nera mostrano l'equipaggio cadere sotto i colpi di un'invisibile minaccia. Ricoverato in isolamento, Carroon riesce a fuggire dall'ospedale grazie all'aiuto di sua moglie Judith (Margia Dean), che spera di guarirlo affidandolo alle cure di medici migliori: ormai, però, si è trasformato in un mostro, veicolo di una vorace forma di vita aliena, un “vampiro dello spazio” che prosciuga le sue vittime di ogni linfa vitale. Sulla scia dei suoi cadaveri, ridotti a raccapriccianti carcasse, si lanciano subito sia Quatermass che l'ispettore Lomax (Jack Warner) di Scotland Yard e i suoi uomini, per evitare che possa diffondersi la notizia e scatenarsi il panico tra la popolazione. Tragico epilogo all’abbazia di Westminster: il contagio viene scongiurato, ma Quatermass non ha intenzione di rinunciare ai suoi esperimenti e organizza una nuova missione nello spazio.
Uno dei titoli più celebri nella storia della sci-fi britannica e prima incursione (e strepitoso successo) della Hammer nel genere horror dopo il rilancio della casa di produzione agli inizi degli anni Cinquanta: L’astronave atomica del dottor Quatermass, affascinante commistione dei due generi (alla maniera, ad esempio, di La cosa da un altro mondo), costituisce il capitolo iniziale della saga cinematografica dell’omonimo personaggio, creato nel 1953 dallo sceneggiatore Nigel Kneale, appena assunto dalla BBC, per la miniserie televisiva in sei episodi (trasmessa dal 18 luglio al 22 agosto dello stesso anno) The Quatermass Experiment. Il titolo del film, uscito nelle sale britanniche tre settimane prima della messa in onda di Quatermass II, seconda stagione della miniserie (su quattro complessive), venne modificato in The Quatermass Xperiment per sfruttare il clamore della classificazione X (ovvero destinato a un pubblico adulto) attribuitagli dalla commissione di censura, mentre venne distribuito negli Stati Uniti come The Creeping Unknown dalla United Artists. Il ruolo del protagonista, che in tv toccò a Reginald Tate (e verrà assegnato, in seguito, a John Robinson, André Morell e John Mills), venne affidato a Brian Donlevy (non particolarmente gradito da Kneale, che gli preferì l’interpretazione di Andrew Keir in L’astronave degli esseri perduti, il terzo capitolo cinematografico della saga), mentre la sceneggiatura venne firmata dallo stesso regista Val Guest, all’epoca ancora attivo quasi esclusivamente nella commedia, insieme al newyorkese Richard H. Landau: pur concentrandosi maggiormente sulle suggestioni più drammatiche e horror della vicenda, gli autori non mancano di affrontare con guizzi convincenti e ispirati i temi cardine della fantascienza (dal rapporto controverso tra uomo e progresso scientifico alle minacce provenienti dalle ignote profondità dello spazio), mentre la regia di Guest compensa l’esiguità dei mezzi e qualche ingenuità dello script esaltando l'ambientazione prevalentemente notturna nelle locations londinesi (dallo zoo di Chessington all'abbazia di Westminster) nel bianco e nero della fotografia di Walter J. Harvey e puntando sul fascino avvincente del mistero e sull’incedere incalzante degli eventi, che il ritmo travolgente (l'impeccabile montaggio è curato da James Needs), senza pause o tempi morti a frenare l'impeto del racconto e il crescendo di tensione, conducono spettacolarmente fino alla drammatica conclusione. Il successo di L'astronave atomica del dottor Quatermass convincerà la Hammer ad allestirne il sequel: Nigel Kneale, però, informato del progetto solo dopo che Jimmy Sangster ne aveva già redatto la sceneggiatura, rifiutò di concedere i diritti di sfruttamento del suo personaggio. Il film, diretto da Leslie Norman, uscirà, quindi, con il titolo di X contro il centro atomico (1956) ma senza il protagonista Quatermass: il secondo capitolo ufficiale della saga (I vampiri dello spazio) arriverà soltanto nel 1957, diretto ancora da Val Guest e, finalmente, scritto da Nigel Kneale, che adatterà per l'occasione il soggetto della seconda miniserie (Quatermass II).

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