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Lo sperone insanguinato

Regia di Robert Parrish vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Lo sperone insanguinato

di woody
8 stelle

Tormentato ed introrso western psicologico imperniato su un drammatico ma splendido "triello" tra Es (l'impulsivo ed esagitato Cassavetes), Io (l'intermediario e controllato Taylor) e Super-Io (l'autoritario e retto Crisp). A Taylor tocca naturalmente l'arduo compito di vegliare ed imbrigliare gli istinti dello scatenato Cassavetes obbligandolo ad osservare le istanze del patriarca e a non più trasgredire. Una lotta che porrà in contrasto i due elementi più vicini sebbene tra essi non vi sia antitesi completa. Soccomberà, in un inevitabile harakiri, la parte più indisciplinata - ma ancora sacrificabile - onde evitare il crollo completo dell'intera struttura portante sorretta ed equilibrata proprio dalla componente centrale. Costei ne erediterà la genuina vitalità e le carnali pulsioni, gestendole con maggior misura e consapevolezza nel tanto agognato equilibrio mai fino a quel punto raggiunto. Una freudiana interpretazione nella quale si potrebbe far confluire anche i dissapori tra nord (reclama i suoi diritti e tenta di coltivare la terra, ossia dominare e governare la natura) e sud (predilige invece il pascolo, ossia libertà di movimento) o la traumatica e virtualmente impossibile separazione (scissione) dei territori col fil spinato. Abile l'iniziazione ai piaceri "sanguigni" attraverso un duello nel quale ha il sopravvento, doverosamente, l'aspetto fortuito e non quello calcolato. Ottimo anche quello finale, inusuale, tra i fiori ed a pistole spianate, conclusosi come ostensivamente preannunciato in una fin troppo evidente raffigurazione precedente. Schioccano con veemenza tutti i diverbi tra i vari antagonisti. L'assemblaggio discorde causato come sempre da interferenze dei soliti malnati ed incompetenti capoccia.

Sulla colonna sonora

Gonfiata.

Su Donald Crisp

Vegliardo austero e tutto d'un pezzo che ricopre sagacemente i ruoli da patriarca come il presente.

Su Julie London

Marginale.

Su John Cassavetes

Superba interpretazione, sia nella sua forma nevrotica, sia in quella di tenera e fragile figura fraterna bisognosa di guida, d'affetto e di controllo. Malesseri esistenziali, disturbi psichici, problemi e contrasti familiari e di coppia verranno ancora meglio elaborati nella sua carriera registica.

Su Robert Taylor

Affianca Cassavetes con un personaggio maturo, vissuto e fortemente comprensivo. Regge il confronto.

Su Robert Parrish

Dà forma ad un western concitato e combattuto dove le personalità sfrigolano ed i caratteri cozzano l'uno contro l'altro e si azzuffano con decisione. Non si perde in lungaggini e punta al sodo. Contravviene alle virili regole del genere determinando per uno dei protagonista una morte più unica che rara (anche se alcune consimili esistono, ma si tratta di agevolazioni e la fine è indiretta, provocata sempre dall'avversario) e tutt'altro che "dignitosa", sempre per i canoni del genere ovviamente.

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