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L'uomo che bruciava i cadaveri

Regia di Juraj Herz vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'uomo che bruciava i cadaveri

di sasso67
10 stelle

La mostruosità della banalità, quella che costituisce il substrato per i grandi crimini. Il viscido Kopfrkingl, impiegato presso il crematorio di Praga, uomo tutto lavoro e casa (di tolleranza), ha il culto della cremazione dei cadaveri (che rappresenta la fine di ogni sofferenza fisica), derivato dal buddismo tibetano, dal quale ha anche mutuato l'idea della trasmigrazione delle anime in diversi esseri viventi. Quando comincia a farsi sentire la pressione nazista sulla Cecoslovacchia - siamo nel periodo della Conferenza di Monaco - Kopfrkingl si lascia convincere da un amico di etnia tedesca di avere del sangue germanico nelle vene. Da quel momento l'escalation sarà inevitabile: convinto che la moglie (per metà ebrea), e per mezzo di lei i suoi figli, gli impediscano una rapida ascesa sociale, deciderà di liberarsene.
La metodicità, il perbenismo, condito di frasi imparaticce recitate ripetutamente, barlumi di follia (il gesto di passare il pettine sui capelli del defunto e poi sui propri o di chi gli sta vicino) sembrano comporre il ritratto del perfetto cooperante agli stermini di massa, ammantati di ragioni filosofiche (la metempsicosi), scientifiche (o pseudotali: ridurre i cadaveri in cenere metterebbe fine alle loro sofferenze) o di pura convenienza sociale, come dimostra il fatto che dopo l'adesione al nazismo, Kopfrkingl diventa direttore del crematorio. Il regista Herz, comunque, non fa mai travalicare al suo protagonista (un eccezionale Hrusinsky) il confine della pazzia conclamata - in questo discostandosi, a quanto pare, dal romanzo di Ladislav Fuks che costituisce l'origine del film - e quindi smorzando la linea di demarcazione tra incubo e realtà. Del resto, le due dimensioni andavano confondendosi anche nella Cecoslovacchia del periodo in cui il film fu girato, già invasa dai carri armati sovietici. Ciò conferisce al film di Herz anche un valore quasi profetico, poiché i panzer tedeschi che varcavano i confini cechi nel marzo 1939 trovavano un corrispondente nei PT-76 sovietici che reprimevano la Primavera di Praga.

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