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Il segreto del Sahara

Regia di Alberto Negrin vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su Il segreto del Sahara

di John_Nada1975
5 stelle

Discreto sceneggiato(adesso in HD su Raiplay diviso in 4 parti) e non "miniserie"  come si direbbe oggi, di avventure salgariane e "Bandera" legionaria straniera nel deserto del Marocco, seppure non direttamente collegate, diretta dal Fregoli in quota PSI dello sceneggiato e documentario Rai, Alberto Negrin. 

Coadiuvato però da Enzo G. Castellari per le sequenze d'azione e si vede, grazie al quale probabilmente sono dentro in gustosi ruoli minori, i grandi Sal Borgese e Romano Puppo.

Cast internazionale europeo e non, come da co-produzione Sacis- Rai 1, chilometrico e con il recentemente scomparso David Soul doppiato da Adalberto Maria Merli come cattivo legionario rinnegato, Ben Kingsley/Sholomon(che incarna tutta la saggezza, l'altruismo, la compassione e l'intelligenza in un unico personaggio nella serie, protagonista a parte. Forse perchè ebreo come Negrin, mentre i musulmani dal capo dei predoni "i cani del deserto" Miguel Bosè, al sultano impersonato da James Farentino, pur con varie sfaccettature e "gradi" varianti da episodio a episodio, sono crudeli, ottusi e fanatici, oltre che interessanti solo alle ricchezze, semplice constatazione),del mansueto doppiato da Riccardo Cucciolla e non ancora rinomato "marchettone" del cinema e dei peggiori filmoni= filmacci, internazionali. Ma persino Diego Abatantuono ancora in forma fisica nella parte del silente ma valente legionario "Orso", fedele amico del protagonista, lo scrittore avventuroso e inglese, York.

Michael York altro attore che ha attraversato tante stagioni del cinema di ogni tipo e genere, e pure in Italia, si impegna e a fondo, mentre Andie MacDowell giovane è davvero troppo figa, per fare la donna tuareg del deserto.

Anche per un personaggio da romanzo d'avventure e d'appendice, di ante guerra. 

In quota francese, c'è pure Jean- Pierre Cassel.

Superlativamente suggestiva colonna sonora di Ennio Morricone, giustamente un profondo successo di quel suo periodo di oboi e fiati vari, coronata da un evocativo tema cantato da Amii Stewart, saccheggiato dalla pubblicità.

Ne esiste una rara versione cinematografica uscita a fine maggio 1988 dal medesimo formato televisivo 4:3 con cui erano concepiti allora i lavori per la televisione, circa quattro mesi dopo la prima messa in onda a gennaio 1988, e della quale oggi si stenta a trovare pure la locandina. Durava con un massacro a ridurre il metraggio, 128', rispetto ai circa 328' della versione televisiva solitamente trasmessa in 4 puntate da ca. 90' l'una. Edita in vhs Image la versione cinematografica come detto pubblicata unicamente in videocassetta, è oggi abbastanza rara.

Girato per gli interni della montagna parlante, del tempio d'oro e altro a Cinecittà senza badare a spese per il mezzo, e si vede ancora oggi. 

Sufficiente con qualche faciloneria e ingenuità bambinesca di troppo per i tempi(belli), da **** se raffrontato a quello che potrebbe essere un prodotto simile a trazione Rai del nostro tempo, magari con per protagonisti Luca Zingaretti e Raoul Bova o Luca Argentero. E credo di avere detto tutto.

Sarebbe forse meglio sostituire la copertina del dvd Rai messa come prima immagine dello sceneggiato in oggetto dalla rivista, bianca come va(andava) di moda, modernamente insignificante e che è proprio poveristica, rispetto al bel manifesto originale disegnato, con i volti degli attori principali incastonati sul deserto, a suggestionare nello spettatore reminiscenze "modello" dell'opera di David Lean.

 

John Nada

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