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Prince Avalanche

Regia di David Gordon Green vedi scheda film

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La recensione su Prince Avalanche

di maurizio73
7 stelle

Commedia stralunata ed eccentrica che ruota attorno alla relazione conflittuale tra caratteri apparentemente antitetici ma che in fondo vuole parlarci della insormontabile distanza che passa tra i sogni vagheggiati di una felicità irrangiungibile e l'accettazione incondizionata dei propri limiti.

Incaricati di ripristinare la segnaletica stradale in una regione boscosa del Texas devastata da un grave incendio, lo scrupoloso Alvin (Paul Rudd) ed il giovane e svogliato cognato Lance (Emile Hirsch), sono costretti ad una scomoda e solitaria convivenza che li metterà di fronte alle proprie responsabilità e ad una difficile scelta che riguarda il loro futuro.

 

teaser poster originale

Prince Avalanche (2013): teaser poster originale

 

Remake americano di un film islandese di un paio di anni prima (Á annan veg - 2011), è una commedia stralunata ed eccentrica che ruota attorno alla relazione conflittuale tra caratteri apparentemente antitetici ma che in fondo vuole parlarci della insormontabile distanza che passa tra i sogni vagheggiati di una felicità irrangiungibile e l'accettazione incondizionata dei propri limiti. Sospeso nel paesaggio irreale ed a tratti spettrale di un bioma in cui i frequenti incendi rappresentano la fine e l'inizio di alttrettanti cicli di morte e rinascita, questa storia di crisi personale e di riscatto professionale conduce i due protagonisti lungo le strade intonse di un destino che sono chiamati a segnare, marcando con picchetti e strisce di mezzeria gli stentati confini che la loro difficile esperienza umana vorrebbe strappare alle preponderanti forze di una natura ora ostile ora benigna che sembra avvolgerli inesorabilmente.
Scritto col piglio di poetico disincanto di cui sembra capace solo il cinema indipendente (non solo made in Usa a ben guardare l'originale), unisce al registro scanzonato di una beffarda tragicommedia generazionale il senso di un mistero atavico che sembra celarsi dietro segni ineffabili e apparizioni fantasmatiche, tra vecchiette stralunate che frugano tra i ruderi di magioni distrutte dal fuoco e dal tempo e strampalati cantonieri che vorrebbero traghettarti verso il misterioso Eden di una consapevolezza etilica sempre più a portata di mano. La strana coppia formata dal taciturno e ombroso Rudd e dall'estroverso e selvatico Hirsh (ancora una volta Into the Wild) sembra inspiegabilmente funzionare come pure il motivetto composto dai due a quattro mani e che parla di cattive connessioni e legami interrotti pronti però ad essere ripristinati; perchè la vita in fondo è come un fumetto: basta lasciarsi sorprendere da una nuova avventura e passare alla vignetta successiva. Presentato in anteprima al Sundance Film Festival 2013 e vincitore dell'Orso d'argento per il miglior regista al 63º Festival di Berlino.

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