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The Last Will and Testament of Rosalind Leigh

Regia di Rodrigo Gudiño vedi scheda film

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La recensione su The Last Will and Testament of Rosalind Leigh

di easyboy82
4 stelle

Un film riuscito a metà.

Dove brilla è laddove il grosso dei film horror fallisce, ovvero nel costruire atmosfera e tensione. Non di quelle a buon mercato, ma di quelle sottili ed inquietanti. E lo fa puntando tutto sui ritmi lenti, sull'unità di ambientazione e sull'unicità del protagonista, che da solo rimane in scena per tutta la durata del film reggendone totalmente le sorti (scelta doppiamente coraggiosa dato che come chi conosce il genere sa, nei film horror, per motivazioni psicologiche, le protagoniste femminili "funzionano" meglio).

Se la fotografia è abbastanza "nella norma", le inquadrature sono invece molto interessanti e riescono col loro variare a rendere altrettanto interessante questa abitazione in cui la vicenda ha luogo, che per certi versi non è la classica "casa" scontata da film horror, sebbene sia sicuramente peculiare.

Dove invece il film non riesce è nel dare un senso compiuto alla storia. Che dopo un crescendo finale con tanto di apparizione mostruosa tangibile, rimane inconclusa e inconcludente, aperta ma veramente troppo aperta. Molte sono le chiavi di lettura applicabili al film e altrettante le interpretazioni che ne sono state date dai vari spettatori. C'è chi vi ha visto una metafora della solitudine come mostro, chi della religione come demone. C'è chi dice che chi non lo ha capito non ha colto le implicazioni intellettuali trasmesse dal regista. Io penso al contrario che sia compito del regista, almeno fino a un certo punto, che il messaggio che intende comunicare arrivi allo spettatore. Il fatto è che amo le storie e i finali aperti, ma quando questo significa mancanza di strumenti chiari per poter dare un significato sensato a una vicenda, allora questa caratteristica diventa un difetto, anzichè un pregio. Ed è così che mi ritrovo a dare un 2 (abbondante) a un film che avrebbe potuto essere un "buono" pieno.

In ogni caso la narrazione in voice-over di Vanessa Redgrave, che accompagna tutto il film col suo timbro suggestivo e il suo inglese pulito e scandito, contribuendo non poco all'atmosfera generale, merita da sola di dare un'occhiata a questa pellicola. Non escludo una seconda visione.  

Su Aaron Poole

solo sullo schermo, si carica sulle spalle il peso dell'intero film, impresa difficile per chiunque (e a maggior ragione per un protagonista maschile in un film horror sovrannaturale). Il ragazzo, pur senza far gridare al fenomeno, se la cava, ed è pure carino (specie in canotta), il che non guasta mai.

Su Vanessa Redgrave

presente solo come voce narrante, che impregna tutto il film col suo timbro affascinante e il suo inglese pulito. Il suono delle sue parole, da solo, costruisce gran parte dell'atmosfera.

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