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The Raven

Regia di Lew Landers vedi scheda film

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Neve Che Vola

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Raven

di Neve Che Vola
8 stelle

Buona fantasia serio/comica sull'ossessione di un medico per Edgar Allan Poe e gli strumenti di tortura che ha costruiti partendo dalle opere del grande scrittore.
Come molti film d'antan del genere, è piuttosto crudele nel sancire nettamente la diversità fra il "pazzo dottore" e la normalità (mediocrità) dei cosiddetti sani. Mentre lui si invaghisce della ragazza cui salva la vita con una operazione di cui - a detta degli altri medici - solo lui sarebbe stato  capace, il padre di lei - che l'aveva scongiurato di salvarla - si oppone al possibile sviluppo sentimentale tra i due. Appare piuttosto confusa la posizione della ragazza nei suoi confronti, apparentemente presa dall'ammirazione per il genio del dottor Vollin, capace non solo di virtuosismi medici, ma anche musicali (suona all'organo un frammento della celebre Toccata e Fuga in re minore BWV 565).
Il padre afferma che si sta allontanando dal promesso (e giovane) sposo, per seguire un uomo anziano, anziano ma dotato di "sentimenti umani" che gli impediscono di "capire" la situazione.
Non c'è molta logica (ma noi fans siamo ugualmente piuttosto contenti), se si pensa agli sviluppi dell'azione. Un evaso (Karloff) si presenta alla sua porta per farsi cambiare i connotati con una operazione (evidentemente tutti hanno  bisogno del suo aiuto), convinto di compiere cattive azioni a causa del suo cattivo aspetto. Vollin gli propone in cambio di eseguire qualcosa ai danni non si capisce bene di chi (o non l'ho capito io, probabilmente del padre di lei o del fidanzato), ma al suo rifiuto lo gioca con l'astuzia: invece di renderlo più bello, lo peggiora, per poterlo ricattare con la speranza di una nuova operazione, impedendogli di attuare i buoni propositi di condurre una vita migliore.
Dal canto suo, la ragazza (una bellissima Irene Ware) sembra ora propensa a crederlo pazzo (non ho capito come avvenga questo cambiamento di rotta, probabilmente sobillata dal padre) e rimane, a quel che sembra, innamoratissima del promesso sposo.

Trovo, come dicevo, piuttosto crudele la morale del "povero pazzo", che avrebbe anche lui diritto ad una vita sentimentale, a quel pare riservata ai soli "normali", ma rimane circoscritto nella sua follia che "è" e basta.
Penso anche al "povero dottore" (di nuovo Lugosi)  de La notte dei pipistrelli/Notti di terrore (The Devil Bat, 1940), che si sente sfruttato dai padroni dell'azienda di profumi in cui lavora, che dal canto loro sono persi in una vita di lussi che poco concede alla visione della disperazione che li circonda. L'umiliazione del dottore non viene "vista", non per cattiveria, ma "secondo natura", il che rende la situazione anche più terribile, e a quel punto la sua posizione diventa difficilissima. Eppure la "normalità" dipinta dal film sembrerebbe questa, senza alcuna denuncia della sua miopia. O, forse, le conclusioni vengono lasciate allo spettatore...

Ciò non toglie che anche The Raven sia un film pieno di fascino, forse proprio a causa del non detto, del non chiarito, del suo svolgersi "secondo natura". Il reietto Karloff perde la vita per salvare la coppia destinata a diventare una frittata fra due pareti che si chiudono inesorabili, non prima però di averci rinchiuso Lugosi, e i due innamorati riescono anche a salvare il padre di lei, condannato a morire nello stile di Il pozzo e il pendolo.
Rimane, del povero Karloff, solo un breve accenno da parte dei due futuri sposi ormai diretti verso l'amore, mentre "the mad scientist" ha conclusa la sua condanna terrena in modo anche peggiore di come l'abbia, probabilmente, vissuta.

Se in questa miriade di film con scienziati pazzi avessero vinto sembre loro, il mondo sarebbe migliore, ne sono convinto. Certamente meno folle.


Sull'interpretazione di Boris Karloff
Eccellente

Sull'interpretazione di Bela Lugosi
Eccellente

Sull'interpretazione di Irene Ware
Quando una donna riesce a rendermi interessante il film con la sua semplice bellezza, significa che, in base alla mia soggettività, diventa addirittura un elemento strutturale del film.
 
Sulla colonna sonora
Come era accaduto per The Black Cat (1934), è una elaborazione orchestrale di alcuni pezzi classici, fra i quali il tempo lento del Quintetto per pianoforte ed archi op.44 di Schumann, il Quintetto per clarinetto ed archi op.115 e la Rapsodia in si minore op.79 n.1 per pianoforte di Brahms e la Sonata in si minore di Liszt (il tema mefistofelico).

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