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Thy Womb

Regia di Brillante Mendoza vedi scheda film

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La recensione su Thy Womb

di Spaggy
8 stelle

Se dovessimo un domani indicare il film più rappresentativo di Brillante Mendoza, sicuramente non sceglieremmo mai Thy Womb, lontano anni luce dalle tematiche e dagli stilemi del regista filippino. Costruito come ritratto documentaristico del popolo Bajau, Thy Womb usa la sceneggiatura per offrirci una panoramica di contraddizioni tra la bellezza del paesaggio e la violenza, poco fisica ma molto morale, della popolazione.
 
Sin dalla sequenza di apertura, Mendoza mostra i suoi due protagonisti - la levatrice Shalela e il marito Bangas-An - intenti nelle loro attività quotidiane: aiutano le donne del villaggio di palafitte a partorire, girano in barca per pescare e tessono tappeti che usano come ornamenti. La loro apparente serena vita è però caratterizzata da una silente tragedia che relega Shalela allo stato di inutilità come donna: per paradosso, lei che aiuta le conterranee a partorire è sterile e non può garantire un erede al marito. Senza pensare al peso che ciò comporta per lei, Shalela si preoccupa soprattutto di come Bangas-An possa sentirsi realizzato e gli prospetta quella che sembra essere l'unica soluzione: dopo che Bangas-An ha cassato l'idea di adottare un bambino, gli suggerisce di prendere una seconda moglie.
La ricerca della seconda moglie occupa conseguentemente gran parte della pellicola. Girare per accampamenti Bajau permette a Mendoza di mostrarci come la popolazione vive, di cosa si nutre, quali sono le loro tradizioni e i loro usi. Funerali e matrimoni, estremamente scenografici e colorati, allietano le giornate di pesca e rompono l'azzurro cristallino delle acque dell'oceano. Le loro povere lepa lepa improvvisamente diventano ricche e colme di messaggi simbolici, i colori degli abiti ridefiniscono le psicologie dei personaggi e la fotografia naturale restituisce bellezze paesaggistiche su cui aleggia l'ombra delle violenze terroristiche che attanagliano le Filippine.

Grazie all'uso di grandangolo e telecamera digitale, Mendoza permette allo spettatore di tuffarsi in acqua e nuotare vicino a Shalela e Bangas-An, osservare i loro sorrisi o le loro preoccupazioni.
La ricerca della sposa porta anche a riflettere sul valore che i Bajau assegnano alla donna: i matrimoni si contraggono dietro pagamenti cospicui di denaro. Più la futura sposa è giovane o istruita, più è alto il prezzo da pagare. Nonostante sia sua l'idea, Shelala sa che il nuovo matrimonio rappresenta la fine della sua unione con il marito. L'arrivo dell'agognato figlio sposterà gli equilibri del suo nucleo familiare e Mersilia, la seconda e giovane moglie, entrerà di diritto nelle attenzioni di Bangas-An. Sul finale, gli spazi aperti cominciano a restringersi sempre più fino a diventare claustrofobici e ridursi al chiuso di una stanza, in cui la speranza lascia il posto alla rassegnazione.

Pur senza far ricordo a immagini truci, Mendoza sceglie di mostrare anche quanto i Bajau possano essere violenti, filmando da vicino le fasi dello sgozzamento di un bovino non lesinando sangue e testa mozzata. La ricerca dell'effetto documentaristico trova, infine, conferma nella decisione - anche forte - di mostrare in apertura e in chiusura di Thy Womb un parto naturale (l'impressione è che si tratti dello stesso parto ripreso però da telecamere diverse) in primissimo piano.

Voto: 7

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