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Demain?

Regia di Christine Laurent vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Demain?

di alan smithee
8 stelle

Siamo a Montevideo poco prima dell’inizio del primo conflitto mondiale. Delmira Agustini e’ una giovane promettente poetessa le cui prime composizioni cominciano ad essere apprezzate nei circoli piu’ esclusivi della cultura uruguayana e non solo. Promessa sposa ad un bel giovane passionale, verso il quale prova una sincera attrazione fisica, la ragazza scopre pero’ che questa vita concentrata sui preparativi di nozze, corredi e quant’altro, la sta sviando pericolosamente da quella sana ispirazione alla composizione che prendeva la giovane, soprattutto nelle solitarie notti insonni, foriere della giusta intuizione creativa. Disperata e combattuta, la giovane, spronata da un paio di genitori strepitosamente e talvolta involontariamente comici, si trova costretta all’altare, salvo poi far ritorno alla casa paterna per ritrovare quella vena di ispirazione che pare averla abbandonata proprio quando il mondo della cultura si aspettava da lei l’opera della maturita’.

La tragedia e’ vicina, ma la dolorosa scelta obbligata della giovane artista riesce a predisporre il suo animo verso una adeguata seppur non piacevole irrequietezza che la riavvicina alla produzione letteraria.

Prodotto in Francia e girato in lingua francese, con una elegante e raffinata ambientazione d’epoca fatta di vecchie ville patrizie un po’ decadute, tango e altra “musica da bordello”, come la definisce la simpatica e piagnona madre di Delmira rivolta al padre melomane, amante del ballo sensuale e ritmato - il film e’ una raffinata e sanguigna rappresentazione della follia distruttiva che pare l’ingrediente essenziale per predisporre l’animo dell’artista alla creazione.

Stupende inquadrature “d’autore” e molta ironia, qualche vezzo raffinato che ricordano tanto ottimo cinema portoghese o ancor piu’ lo stile suadente ed ironico del grande maestro sudamericano Raul  Ruiz, il bel film di Christine Laurent si chiude magistralmente con un filmino amatoriale muto dei primordi, proprio nell’epoca in cui i Lumiere erano da tempo gia’ stati consacrati con l’onore che gli e’ dovuto: un filmato orgoglioso (probabilmente – interpreto io, ma potrei sbagliarmi – girato dal simpatico padre della giovane, gia’ appassionato di fotografia) in cui scorrono un po’ alla volta tutti i protagonisti e le comparse del film, che mostrano uno dopo l’altro e senza imbarazzo ma con insolita consapevolezza le proprie passioni - anche omoerotiche - che li amano e che sembrano aver trovato nel cinema, la nuova definitiva via di rappresentazione, visiva ma anche concettuale: di una passione, di un sentimento, di ogni piu’ pura e furente pulsione vitale.

 

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