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La piscina

Regia di Jacques Deray vedi scheda film

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La recensione su La piscina

di maghella
7 stelle

Jean Paul (Alain Delon) e Marianne (Romy Schneider) sono una giovane coppia innamorata che consuma la loro estate di passione sul bordo della piscina della casa al mare nel sud della Francia, alle porte di Marsiglia. Jean Paul è uno scrittore che da tempo non trova più l'ispirazione giusta per scrivere un nuovo romanzo di successo, Marianne gli sta accanto amorevole e disponibile, sperando che l'estate, la spensieratezza dei tuffi e dei numerosi amplessi amorosi possano giovare alla loro relazione e alla carriera di Jean Paul. A interrompere l'idillio è l'arrivo inaspettato di Harry (Maurice Ronet) con la giovane figlia diciottenne Penelope (Jane Birkin). Harry è un ex fidanzato di Marianne, e un vecchio amico di gioventù di Jean Paul, tra i tre ci sono situazioni non risolte che rimangono sospese nell'aria provocando tensioni e insofferenze. Durante un party serale, Harry e Marianne ballano in maniera complice, provocando una insana gelosia in Jean Paul, che per ripicca e per noia inizia a sedurre la figlia di Harry, che non appare per niente scandalizzata dalla nuova situazione che si è venuta a creare. Harry dal canto suo ha un morboso attaccamento nei confronti della figlia, un sentimento al limite dell'incestuoso che lo porta a voler partire dopo aver intuito che tra Penelope e Jean Paul si è instaurata una relazione. Harry prima della partenza non manca di rivelare a Jean Paul quali siano i veri sentimenti nei suoi confronti: rancore, disprezzo e astio hanno covato nei due uomini in tutti questi anni, la resa dei conti arriva in una notte d'estate sul bordo della piscina, che diventa suo malgrado la soluzione tragica di tutto.

Un noir di tutto rispetto, che si svolge quasi completamente nella villa e sul bordo della piscina, un set unico che diventa il palcoscenico tragico per risolvere le vite insoddisfatte di 3 personaggi ambigui e pieni di sfaccettature che una sceneggiatura impegnata più in altri dettagli narrativi, non si impegna a far risaltare maggiormente. Jean Paul su tutti, ombroso e fin troppo criptico non riesce a svelare tutti gli aspetti che lo portano a prendere decisioni impulsive. Harry pare essere la coscienza sporca di Jean Paul: spregiudicato, realizzato nel lavoro e pieno di sé, arriva come un temporale nella vita dei 2 protagonisti, risvegliandoli dal torpore estivo e mettendoli davanti ai loro limiti. I due uomini sono in continua competizione e usano Marianne come un trofeo da contendersi, mentre Penelope pare essere solo una vittima sacrificale capitata per caso sulla strada di Jean Paul, abituato ad essere accontentato su tutto e a ottenere dalla propria donna quello che vuole.

Il film rimane di ottimo livello grazie agli interpreti, che hanno contribuito a far diventare questo film un vero e proprio cult del genere. Alain Delon e Romy Schneider occupano le scene costantemente, alternandosi come in un balletto classico sul bordo della piscina, regalando allo spettatore emozioni fortissime. Non occorrono molti dialoghi quando Alain e Romy iniziano a spogliarsi e a baciarsi sul bordo piscina, tra i due scorre realmente della passione dovuta alla loro passata relazione amorosa durata molti anni, ma quello che ancora li ha uniti non è sparito del tutto e i due attori sono molto bravi a mostrarlo sul grande schermo. Non c'è musica, non ci sono dialoghi, ma solo loro due che riempiono lo schermo con la loro incontenibile passione che a stento riescono a contenere. Quanto c'è di vero? Quanto di finzione cinematografica? Molto del fascino del film gioca proprio su questa ambiguità. L'equilibrio perfetto viene interrotto quando appare Harry: il passato, il pericolo, la tentazione; Jean Paul e Marianne si perdono per poi ritrovarsi, ma non sarà più come prima, la piscina ha ingoiato l'estate, ha affogato per sempre quello che loro non sono riusciti ad affrontare. A dirigere tutto è Jacques Deray, il regista che ha contribuito a rendere famoso Alain Delon, che gli ha regalato i ruoli a lui più consoni e che con lui ha fatto i suoi film più riusciti (“Borsalino” sarà solo di 2 anni più tardi), ma è Alain Delon a volere fortemente sul set la sua ex fidanzata Romy Schneider, che era negli Stati Uniti già da diverso tempo. Alain capisce che solo con lei poteva trasmettere quella passione necessaria a giustificare un sentimento così forte che porterà il personaggio di Jean Paul a fare quello che farà. L'omicidio che viene rappresentato nel film è uno dei più anomali di quei tempi, ma anche oggi farebbe scalpore. Non c'è colonna sonora a sottolineare i passaggi più drammatici ma solo il rumore dell'acqua della piscina, una lentezza quasi fastidiosa rende tutto più disturbante, tanto da rendere la morte quasi un sollievo. Il malessere, il disagio, si accumulano fino al momento finale, facendo entrare in completa sintonia protagonista e spettatore, che diventano così complici del delitto, il primo perché l'ha compiuto, il secondo perché ne è stato il silente testimone. La vera protagonista del film rimane comunque la piscina che è costantemente in scena come arma impropria di un delitto passionale. La piscina è presente dal primo istante: nel titolo, ma anche nel ricordo condiviso di storia della cinematografia che vede più volte le piscine come luoghi delittuosi (“I diabolici”-1955 di Clouzot, ma anche “Il viale del tramonto”-1950 di Wilder,  tanto per citare i primi che mi vengono in mente). Film da non perdere quindi per gli amanti del genere, ma soprattutto per il belvedere di Alain Delon che qui dimostra di sconfinare tempo e spazio con il suo fascino e la sua bellezza.

 

 

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