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Giovanni Falcone: L'uomo che sfidò Cosa Nostra

Regia di Andrea Frazzi, Antonio Frazzi vedi scheda film

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La recensione su Giovanni Falcone: L'uomo che sfidò Cosa Nostra

di mm40
4 stelle

Gli ultimi anni della vita di Giovanni Falcone, magistrato che dal 1980, cominciando a occuparsi esclusivamente di mafia, al 1992 in cui venne assassinato diede un contributo immenso alla lotta contro Cosa Nostra.

 

Nel 1993 usciva il libro Storia di Giovanni Falcone, autore Francesco La Licata, ed era subito un buon successo di vendite; la tragica fine del magistrato palermitano era d'altronde ancora recente e la ricostruzione di La Licata risultava competente e coinvolgente. Tredici anni più tardi i fratelli Andrea e Antonio Frazzi traducono in immagini tale volume, con una sceneggiatura che porta le firme di Pietro Calderoni e Gualtiero Rosella; il titolo è più esplicito, più avvincente, più televisivo insomma, ma L'uomo che sfidò Cosa Nostra, alla luce della morte del protagonista a indagini ancora lontane da una risoluzione definitiva, assume a tutti gli effetti un risvolto involontariamente beffardo nei confronti di uno dei pochi italiani di fine Novecento francamente definibili 'eroi'. Il lavoro, prodotto dalla Rai, si snoda nei soliti - per questo tipo di opera - duecento minuti di lunghezza, suddivisi in due puntate da un'ora e quaranta ciascuna: la durata annacqua la trama e sminuisce la tensione di fondo del racconto, ma in fin dei conti questi sono gli standard per il piccolo schermo. L'indubbia perizia dei due Frazzi, registi di fiction e serie tv fin dai primi anni Ottanta, si associa positivamente al mestiere di un gruppo di interpreti in parte, fra i quali si possono citare Massimo Dapporto, Emilio Solfrizzi, Elena Sofia Ricci, Pietro De Silva e Francesco Pannofino. Se formalmente il film non è certo memorabile, il valore dei suoi contenuti rimane comunque alto; nel racconto degli ultimi - e più intensi, e più noti - anni della vita di Falcone entrano anche varie altre vittime della mafia: sua moglie Francesca Morvillo, Rocco Chinnici, Ninni Cassarà e, naturalmente, il collega e amico Paolo Borsellino. Colonna sonora blandamente morriconeggiante: è di Ennio Morricone, infatti. 4/10.

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