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Le Vendeur

Regia di Sébastien Pilote vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Le Vendeur

di alan smithee
8 stelle

TFF 2011 - In Concorso. Lunedi 28 nov, al concorso si vola alto con il canadese Le vendeur, che, a mio avviso, potrebbe avere buone chances per ambire alla zona premio. In una cittadina innevata del grande stato americano, un brillante e non piu' giovane venditore di automobili non si rassegna, nonostante le insistenze della figlia, a deporre le armi, cosi' affilate, accumulate in anni di totale dedizione al lavoro. E' un commerciale abilissimo e ha pure l'abitudine di registrarsi e riascoltarsi per riuscire a migliorarsi ogni volta, per affinare le capacita' di persuasione delle "vittime" che gli capitano sotto. Nella parete del piccolo ufficio conserva un quadro con tutti i premi e riconoscimenti che ogni anno da oltre dieci anni egli soffia ai concorrenti, che pure gli vogliono bene e lo rispettano. Un giorno per non perdere una vendita di un'auto non immediatamente disponibile accetta l'offerta della figlia di andare a prendere lei stessa l'automezzo, passando a Quebec con il figlioletto. Da quel momento un tragico incidente che provoca la morte di madre e figlio fa piombare l'uomo nella disperazione piu' buia. Ora e' un uomo proprio solo, dato che era rimasto vedovo da perecchi anni. Anziche' decidersi a lasciare l'occupazione, il protagonista si concentra ancor piu' sul lavoro, ma quando un cassa-integrato a cui ha venduto incautamente un nuovo furgone tenta di suicidarsi perche' non riesce piu' a pagare le rate e a mantenere la famiglia, il venditore ne sventa prima la tragedia e poi capisce i limiti talvolta meschini di questa sua esuberanza. Scandito dai giorni di fermo fabbrica di una grande industria delle vicinanze, il film si presenta senza fronzoli o lambiccature di sceneggiatura, e arriva dritto al punto senza eccessivi patetismi che la drammatica vicenda avrebbe potuto consentire. Si pregia di una eccellente interpretazione del maturo attore protagonista, perfetto nel ruolo senza rischiare la caricaturalita', ma anzi aderendo al ruolo con coerenza e naturalezza. A mio avviso, come dicevo sopra, un film in odore di premiazione.

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