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Night Club

Regia di Sergio Corbucci vedi scheda film

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La recensione su Night Club

di antimes
7 stelle

Sgombriamo il campo da possibili equivoci. Chi guarda un film come questo è per forza un appassionato del genere, così come nessuno che non sia appassionato di spaghetti-western può resistere fino alla fine di Bill il Taciturno o come nessun amante dei supereroici può solo avvicinarsi a Ozu. Il mio giudizio è giocoforza parziale e vale solo per gli amanti dell'ultranicchia di (s)cult ottantiani-novantiani. Night Club è misconosciuto. E come per tanti altri film, questo non depone per forza a suo sfavore, anzi. Spesso la notorietà fa assurgere a ruolo di cult film che non lo sono affatto. Sono convinto che se Attila flagello di Dio non avesse avuto 2-3 tormentoni che sono diventati patrimonio linguistico comune, ben pochi se lo sarebbero filato (Castellano & Pipolo in tema di porcherie potevano scriverci dei libri).

 

Night Club è un film che per molte cose potrebbe essere un cult assoluto: la Venier (bonissima) che si ubriaca fino a perdere i sensi e che tenta un approccio con De Sica in bagno (che la rifiuta con la solita raffinatezza), una Sabina Guzzanti matta completa che straparla come il fratello in Boris, l'improbabile coppia Ciufoli-Ferilli che per tutto il film passano dal flirtare a mangiarsi i bucatini alle 3 di notte, una giovanissima Claudia Gerini, appena maggiorenne, in versione già talmente spinta da far impallidire Jessica di Viaggi di Nozze. Il tutto nel clima (ricreato) degli anni della dolce vita, in un'improbabile imitazione, visiva e canora, degli artisti dell'epoca. De Sica arrivava da Compagni di Scuola ed il suo personaggio infatti estremizza le fetidità del Tony Brando verdoniano (anzi, in questo film raggiunge livelli di infamità quasi mai toccati).

 

Il tutto si svolge in un'unica nottata, ubriacona e disordinata, tra tentativi di truffa, mignotte, sbronze, risse, lesbiche, canzonette da musicarello ed un risvolto finale che chiaramente non può che essere amaro. Non è un capolavoro Night Club di Sergio Corbucci, 1989, ma è un affresco onesto di cosa probabilmente rappresentarono gli anni '80, tra disincanto, consumismo sfrenato e sentori da finis austriae. E poco importa che gli eventi siano collocati nei '60. Anzi, il ragionamento potrebbe essere proprio quello: guardare l'Italia della dolce vita, del boom, con gli occhi di chi ha assistito al suo epilogo, malinconico e solitario. Crudo, diretto e divertente. Voto 7. 

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