Regia di Silvano Agosti vedi scheda film
Un ragazzo cinese è solo davanti alla bara in cui giace la madre. La sua mente vaga fra memorie, riflessioni, nostalgie.
Tredici minuti in bianco e nero, un cortometraggio dall'atmosfera plumbea, con una voce fuoricampo (quella di Romano Giomini) a commentare ed enunciare i pensieri del protagonista, l'orientale Tuon Hung (alla sua prima e anche ultima esperienza come attore). Questo è l'esordio dietro la macchina da presa di Silvano Agosti, contemporaneo a Il matrimonio di Vivina e con esso e con il successivo La veglia (1962) parte integrante di una trilogia dedicata a donne e religione. Come sarà sua abitudine in futuro, qui il regista si occupa anche del montaggio, nonchè del suono, con l'olandese Frans Weisz (dalla successiva luminosa carriera) come aiuto regista. Requiem è un documento mesto e addolorato, un lavoro commemorativo, che onora l'assenza tenendo fede al proprio titolo. 6/10.
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