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L'ora nera

Regia di Chris Gorak vedi scheda film

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La recensione su L'ora nera

di Immorale
2 stelle

Invasione aliena a Mosca; un gruppo di turisti americani cerca di mettersi in salvo in una città deserta e semidistrutta.
Il film parte subito male, fin dall’errata traduzione del titolo originale “The Darkest Hour” nel meno (superlativo) “assoluto” titolo italiano (errore che si spera concettualmente voluto e non frutto di una svista) e, successivamente, la sua parabola qualitativa continua a discendere fino alle profondità dove gli alieni “elettrici”, veri protagonisti della storia, sono alla disperata ricerca di preziosi minerali. L’unica novità, rispetto alla pletora di luoghi comuni tipici di ogni invasione aliena cinematografica che si rispetti, è rappresentata dall’ambientazione moscovita; ma la scelta di tale azzeccata location viene immediatamente banalizzata dalla presentazione degli odiosi protagonisti maschili, “turistelli” informatici in cerca (essenzialmente) di divertimento e di sballo. Emblematica della sciattezza registica tutta l’iniziale sequenza dentro una discoteca, ove i nostri due sveglissimi amici invece di concentrarsi sulle molte bellezze locali “puntano” due turiste americane (le altre due protagoniste), nel profondo rispetto del detto “moglie e buoi dei paesi tuoi”, e assistono, poi, alla sanguinosa venuta delle (posticce) entità di energia extraterrestri. Il massacro inziale, con conseguente fuga dei sopravvissuti, rappresenta forse la parte migliore (!) del film che, da qui in poi, affogherà in un mare di banalità. La scelta di interpreti principali “indigeni”, quali per esempio Sergei (interpretato da Dato Bakhtadze) e Vika (Veronika Ozerova) o, anche, i bizzarri membri della resistenza russa, avrebbe senz’altro aiutato a rivalutare leggermente il film; perché vuoi mettere il gusto cinematografico di porre i destini della terra nelle mani di un elettricista-idraulico barbuto (con gatto obeso al seguito) armato di fucile a microonde e di un gruppo di “compagni” agghindati come comparse di “Mad Max”, invece di annoiarsi a morte con le “fighettate” e gli scontatissimi esistenzialismi catastrofici di quattro bambolotti americani ? Tale espediente, a mio avviso, avrebbe forse risollevato le sorti della mediocre pellicola di Gorak, fino a farle raggiungere, con qualche necessario aggiustamento o sporcatura, il livello di movimentato B-movie in salsa sovietica. Invece, purtroppo, dobbiamo sorbirci una stupefacente serie di sequenze assolutamente incapaci di trasmettere la minima emozione (cosa che mi fa rivalutare, positivamente, il recente “World Invasion” e le sue robuste battaglie urbane) fino allo stanco e banale finale (spero non preparatorio per un seguito). Stendiamo un velo pietoso, poi, sui protagonisti: Emile Hisch si dimena inutilmente con la faccia eternamente stupita (lo preferivo imberbe in “The Dangerous Lives of Altar Boys”), Olivia Thirlby sgambetta di qua e di la tentando, a volte, di increspare il suo visetto in pose drammatiche che invece risultano solamente ridicole, Max Minghella che recita rigido come uno stoccafisso e, infine, la leggiadra Rachael Taylor che, a parte la sua maestria nel correre sui tacchi, risulta totalmente ininfluente.

Sulla trama

Senza sorprese.

Su Chris Gorak

Mediocre.

Su Emile Hirsch

Imbambolato.

Su Joel Kinnaman

Strabuzzante.

Su Rachael Taylor

Modella.

Su Olivia Thirlby

Saettante.

Su Max Minghella

Ittico.

Su Dato Bakhtadze

Poco sfruttato.

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