Regia di Jan Svankmajer vedi scheda film
Con Et cetera si tocca ancora il rapporto stretto tra immagini in movimento e musica, ad un livello però ancor più stretto, concentrato e solo apparentemente fuorviante, in realtà talmente evidente che potrebbe passare in secondo piano, causa l'essenzialità della sua non-trama.
La struttura del film è anche quella di una forma musicale, della ciclicità grossomodo di un rondò e di un'aria col da capo (appunto, il Da capo al fine): tre parti che giocano sulla reiterazione e sulla variazione insieme (come un movimento virtuale a spirale) di elementi essenziali al limite del tempo e dello spazio, del reale e del fantastico, di gioco simmetrico (una figura "umana" all'inizio, due nel mezzo - umana e animale - che si scambiano circolarmente i ruoli, un'altra umana alla fine) e simbolico epigramma della ipnotica ricorrenza degli eventi naturali. Tre scenette, quindi (l'utopia del volo, lo scambio tra ammaestratore e bestia ammestrata, le ambizioni scientifiche dell'uomo con l'esempio della costruzione di una casa in cui di volta in volta si entra ma non si esce e viceversa), che si reiterano in se stesse ed esponenzialmente quando si crede che il ciclo sia finito ma è destinato a ricominciare, proprio come una composizione che ha qui le distorte caricature grottesche e geometriche di Zdenek Liska. L'unico modo per fermarsi (annullarsi) è un provvedimento drastico col sorriso distorto: bruciare la pellicola o aspettare che si consumi da sé (suicidarsi o aspettare la morte, la fine).
Dvd RaroVideo.
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