Regia di Matjaz Klopcic vedi scheda film
Oh che bello questo film! A ragione viene considerato uno dei migliori esempi di cinema sloveno. La narrazione tranquilla e introspettiva ci mette dentro un piacevole stato s'animo e ci regala una serie di interessanti ritratti umani, a cominciare naturalmente dalla coppia di protagonisti. Ma buona è anche la definizione dei personaggi collaterali tra gli abitanti del villaggio. Molto efficace è anche la rappresentazione dell'ambiente rurale, visto come un luogo dove, accanto a piccole e grandi tragedie, troviamo anche un'umanità schietta ed essenziale, l'amicizia e la solidarietà, e un modello di vita in armonia con la natura e lontano dalla frenesia cittadina.
Davvero splendido è il personaggio della ragazza contadina di cui si innamora il protagonista, soprattutto grazie all'interpretazione di Stefka Drolc, che le sa conferire quell'innocenza e timidezza tipiche di certe campagnole di una volta. La rappresentazione della loro storia d'amore è delicata e sensibile, e fugge dai toni eccessivi e melodrammatici. Anche il verde e dolce paesaggio dei monti sloveni è rappresentato con lirismo e un tono di serenità. Eppure anche in esso si intravvede in filigrana una leggera malinconia, che peraltro è annunciata già dal titolo.
Il rappresentare storie con ambientazione d'epoca era un escamotage di diversi registi dell'ex Europa comunista per parlare di argomenti che altrimenti non sarebbero passati oltre le maglie della censura. Mi riferisco qui alla menzione in tono positivo dell'imperatore asburgico, e alla rievocazione della Passione di Cristo che fa una vecchia contadina, tramite la quale ottiene di sedare un tentato linciaggio, con zappe e forconi, ai danni del marito.
E' film dolcemente romantico e malinconico, che si imprime nella memoria e coinvolge molto.
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