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Chaotic Ana

Regia di Julio Medem vedi scheda film

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La recensione su Chaotic Ana

di FilmTv Rivista
4 stelle

Da 10 a 0, i capitoli sono scanditi da un conto alla rovescia, la stessa tecnica usata per ipnotizzare la protagonista; ma i numeri decrescenti sembrano indicare il livello di coinvolgimento dello spettatore. Livello 10: Ana (l’esordiente Manuela Vellés, occhi e corpo da ricordare), candida 20enne un po’ hippy, vive a Ibiza dipingendo quadri naïf, quando la mecenate Charlotte Rampling la porta a studiare arte in una comune madrilena. Livello dall’8 al 5: Ana scopre l’amore, il sesso e l’esistenza dentro di sé degli spiriti di numerose donne vissute in epoche precedenti, che si rivelano piuttosto loquaci durante reiterate sedute di ipnosi (curiosa l’assonanza con Un’altra giovinezza di Coppola, anch’esso del 2007). Livello dal 3 all’1: in un convulso viaggio, da intendersi sia come (cattivo) trip sia come traversata (verso New York), Ana si trasforma in vendicatrice femminista, guidata da una dèa sulla via del terrorismo sessuale (sic!). Dedicato alla sorella di Medem, prematuramente scomparsa (i quadri dipinti da Ana sono i suoi), il film trasuda un amore ossessivo per la figura femminile, intrappolato in un’estetica altrettanto febbrile. Il livello 0 si raggiunge molto prima dei titoli di coda.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 21 del 2010

Autore: Ilaria Feole

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