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Rembrandt's J'accuse

Regia di Peter Greenaway vedi scheda film

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La recensione su Rembrandt's J'accuse

di kotrab
10 stelle

Festival internazionale del film di Roma, 23 ottobre 2008 ore 20,30, Parco della musica, sala Petrassi: viene proiettato Rembrandt's J'accuse alla presenza del regista. Peter Greenaway tiene fede alla sua concezione ampia del cinema, senza confini, multifaccia, analitica, che a volte ha un che di fantascientifico: il suo ultimo film è l'altra dimensione di Nightwatching, potrebbe essere una specie di corollario, una lunga nota a piè di pagina, un link di approfondimento, proprio come vuole l'autore, di un'opera aperta, un work in progress. Ha l'aspetto del documentario e l'anima di un film di finzione, o viceversa; è una postilla ma anche un'opera a sé. Così Greenaway riunisce il suo passato remoto con il suo passato prossimo, dalle origini documentaristiche (ma sempre autoriali) alle tecniche digitali, da I misteri del giardino di Compton House a, appunto, Nightwatching. Come nell'esordio cinematografico l'artista è alle prese con la realtà e la sua doppia espressione, l'immagine riprodotta; prima però con Mr. Neville si prendeva coscienza amaramente della cecità dell'artista e della sua presunzione razionale e oggettiva, che gli annebbia la capacità di capire nella ossessione della precisione grafica e scientifica e lo rendeva inconsapevole dei fatti (Mrs. Talmann gli dice: "Io credo, Mr. Neville, che un uomo intelligente possa essere soltanto un mediocre pittore, perché dipingere richiede una certa cecità"), adesso parlando di Rembrandt si evidenzia al contrario tutta la sua genialità mimetica, teatrale, allusiva, la piena consapevolezza accusatoria. Greenaway percorre e sostiene la sua tesi argomentativa su La ronda di notte come un giallo senza le regole del giallo, ma con l'attrazione estetica e il godimento dell'intelligenza, attento a non cadere nel tranello come Mr. Neville, e contemporaneamente sostiene la struttura del suo stesso film precedente, a cui vengono fatti continui riferimenti in Rembrandt's J'accuse: La ronda di notte è Nightwatching. Rembrandt è il regista del suo quadro, concepito come una rappresentazione teatrale, dove gli attori/soldati si accusano da soli, ingannati dal pittore con una fitta trama di allusioni sessuali miste ad ambizioni di potenza e ricchezza. Greenaway non può non tener conto del sostanziale analfabetismo iconografico e simbolico del pubblico odierno, pubblico che era un tempo molto più preparato, almeno in un certo ceto sociale, e quindi ci tiene per mano commentando in prima persona, perfino interpellando ad un certo punto i personaggi del film, o meglio della Storia, curando il film con la consueta e mai esaurita genialità estetica, emozionante nel suo pathos non esibito e mascherato, seguendo le sue care numerazioni, che hanno qui una piena e mera funzione pratico-espositiva, come in un saggio di Storia che vuole superare le barriere di settore. Anche un genio come Rembrandt però è costretto a soccombere al potere e alla vendetta, anche lui deve cadere in disgrazia e nella cecità, perché l'arte se non ha funzioni pratiche, se non ha effetti di propaganda, se pretende di avere autonomia ed è troppo intelligente o sovversiva, deve soccombere. La ronda di notte si è salvata, ma ha subìto tagli e offese come è stato oltraggiato il suo creatore. 10

Sulla colonna sonora

Bellissima e sensuale musica di Giovanni Sollima e Marco Robino.

Cosa cambierei

L'unico piccolo difetto ascrivibile a Greenaway è forse l'aver ripetuto un pò troppo gli stessi brani musicali durante la visione.

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