Regia di Mike Figgis vedi scheda film
Il ritorno al passato,tra nuove gioie e vecchi dolori.Mi sono sempre chiesto che tipo di equivoco registico fosse Mike Figgis.Uno stile artefatto come il suo è difficile da trovare,riesce a rendere patinata qualsiasi immagine denotando sicuramente una certa coerenza stilistica ma anche ingrandendo una schiera di detrattori infastiditi dal suo stile pubblicitario.La fotografia è sempre la parte più curata dei suoi film e non credo che sia il caso.Qui racconta con parecchie divagazioni e note a margine la storia di uno studioso di architettura che ritorna al capezzale della madre morente e che nel frattempo è affascinato da un edificio che deve essere abbattuto(continua a ripetere a tutti gli altri personaggi che è fatto di ghisa,neanche fosse un ferro da stiro).E intanto fa amicizia,diciamo così,con la moglie di una sua vecchia conoscenza.E'evidente la voglia di provocare di Figgis(le donne della sequenza al bordello sono le stesse che impersonano le suore all'ospedale dove è ricoverata la madre morente) ma è anche molto evidente il suo stile che vorrebbe essere allusivo e inquietante e invece si rivela solo inerte e terribilmente finto.Inerte perchè sembra che ha mandato il montatore in ferie anticipate,finto perchè è tutto studiato troppo a tavolino,tutto accade in barba alla verosimiglianza,anche il colore del sangue è palesemente falso. Comincia come un noir(l'omicidio di due adulteri sulle note del brano del titolo di Liszt)e poi prosegue come un viaggio alla ricerca di se stessi.Un film dovrebbe essere un qualcosa di organico e non una sfilata di belle immagini.Infatti a livello visivo il film convince.Fino a quando i personaggi non aprono bocca.....
solito stile da short pubblicitario
mediocre
non memorabile
la migliore
non si sforza molto....
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