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North Face. Una storia vera

Regia di Philipp Stölzl vedi scheda film

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La recensione su North Face. Una storia vera

di supadany
8 stelle

VOTO : 7.

Prodotto ben costruito, certo tutto segue un percorso che un po’ si conosce e quindi gli avvenimenti non sono quasi mai reali sorprese, ma la storia è costruita anche con divagazioni che mi hanno convinto e poi la montagna, e con essa la tragica scalata, è immortalata regalando scene maestose ed una buona dose di tensione ed anche melodramma che completa un quadro più vasto come si deve.

Luglio 1936, l’Eiger rimane la grande vetta europea ancora da conquistare e tanti scalatori esperti la puntano anche se le difficoltà dell’operazione sono importanti e ben note a tutti.

Ovviamente il regime nazista sprona più delle altre nazioni gli esperti in materia a calarsi nel rischio estremo per dimostrare la superiorità della razza ariana.

Così due giovani tedeschi, lontani dai diktat del regime, ma spronati dalla giovane giornalista che crede in loro e vuol farsi notare dai suoi capi, decidono di provarci.

Così, mentre a valle vengono osservati dai curiosi, partono seguiti da un duo austriaco.

Ben presto le insidie si fanno vive in maniera prepotente, il tempo cambia velocemente e la missione vera diventa quella di salvarsi la pelle.

I primi 45 minuti sono un’intro, forse un po’ dilatata, ma efficace nel rendere vive le motivazioni personali e quelle più egoiste del regime, per provare la grande scalata.

Dopo la montagna diviene protagonista assoluta e con essa la tensione per le sorti degli avventurieri.

Buona la costruzione dei momenti (vedi la corda non lasciata sul percorso che avrebbe cambiato le sorti della ritirata), coinvolgente la parte melodrammatica, un po’ semplicistica ma anche di sicura presa verso chi guarda l’evolversi della vicenda (con i soccorritori che si affacciano dai punti di osservazioni ricavati da dentro la montagna, adesso voglio andarci).

Così il film rimane sempre molto coinvolgente ed anche spettacolare per la forza delle immagini, mentre offrono un valido supporto la sovrapposizione della comoda vita da hotel a quella quasi impossibile della montagna, posta solo a poche centinaia di metri sopra, e la critica al concetto di superiorità per cui qualcuno doveva imbattersi in missioni più grandi di lui (e lo stesso varrebbe per gli interessi dei giornalisti, decisamente ben poco umane, mentre la nostra, un po’ troppo tardi, capisce tutto e se ne va altrove).

Quindi nel complesso posso dire che questo film mi ha conquistato parecchio, gli elementi giusti ci sono tutti, probabilmente è un po’ troppo scolastico nella realizzazione, ma riesce anche a mettere insieme tanti aspetti propri di un cinema adatto a colpire il bersaglio verso tanti spettatori.

Teso e spettacolare e pensare che è un film tedesco (cioè perché noi non riusciamo mai a fare film che non siano commedie o drammi (tralascio gli horror di serie Z)?).

Ben fatto.

Su

VOTO : 7. Coniuga bene la parte più avventuriera della montagna (magnifica) al melodramma che completa la vicenda. Senza sforzi impossibili redige un film appassionante, bravo.

Su

VOTO : 6,5. Convincente.

Su Florian Lukas

VOTO : 6++. Spalla valida.

Su Johanna Wokalek

VOTO : 6++. All'inizio il suo personaggio avrei voluto prenderlo a destri (per i suoi interessi manda allo sbaraglio le persone che ama), poi però quando subentrano i veri sentimenti cambiano le cose. Lei abbastanza brava.

Su Ulrich Tukur

VOTO : 6,5. Decisamente bravo a sottolineare un ruolo da bastardo vero.

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