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Il dolce e l'amaro

Regia di Andrea Porporati vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su Il dolce e l'amaro

di GIMON 82
6 stelle

Nel segno della retorica,sa di "Dolce e amaro" il sapore del film di Porporati,nel profumo allo stereotipo di "mafiosita' " cinematografica,al servizio di una quasi consapevole ruffianeria.

Saro Scordia,ovvero un Luigi Lo Cascio intenso e passionale è un "soldato" di Mafia,il gradino piu' basso nelle gerarchie del crimine.

Porporati parla secondo la visione da "soldato" di Lo Cascio,ne riprende violenze,tormenti umani e dolci passioni,il corollario del "mafia movie" ci sta tutto,nelle affiliazioni,gerarchie e intimidazioni,posto dinanzi a noi  nel canone piu' veritiero possibile.

La regia è passionale quanto il suo protagonista,lacerante nel ritrarre una violenza spicciola e crudele,di una mafia senza scrupolo e onore nel privare di vita due ragazzini colpevoli di uno "sgarro".

E' una Sicilia assolata e omertosa,pregna di stereotipi innumerevoli nelle pellicole di genere,tuttavia si respirano licenze comiche degne di un Monicelli o Risi,con una rapina in lingua sicula tradotta da un cliente in banca.

"Il dolce e l'amaro" nonostante la gradevolezza e lo schematismo inconsapevole,manca di originalita' registica,è senza dubbio un film "di attori" nel senso piu' stretto del termine.Da Lo Cascio alla splendida Finocchiaro sino all'incisivo Fabrizio Gifuni,ottimo nel ritrarre un giudice irreprensibile quanto umano."Il Dolce e l'amaro" è un po il manicheismo delle scelte di vita,fazioso nel sondare l'animo dei personaggi,nell'avere nella femminilita' della Finocchiaro un "deus ex machina" del film.

Saro Scordia oltre che mafioso è un essere umano,con tutte le debolezze,fragilita' e tormenti non ammessi nei virili codici del crimine.In questo caso la regia mostra direttamente lo slancio amoroso di Salvo e Ada,un sentimento autentico,sincero e brutale, contrapposto alla' rigidita' patriaracale della mafia.

E' forse questo uno dei punti di forza del film,mostrare un amore "impossibile" tra il mafioso e la brava ragazza,ghettizzando quasi l'assurdo protocollo cerimonioso dei mafiosi.

Tra "punciute" nella pummarola,sparatorie e "comandamenti" criminosi il "Dolce e l'amaro" gode di un corollario iconografico sincero ma scontato,originale solo nel tormento umano di Scordia,reso incisivo dall'ottimo Lo Cascio.

Tutto il resto è parte di un panorama cinematografico stravisto in fiction televisive,in lontani echi "padrineschi",nell'immancabile voce Off del protagonista che guida lo spettatore quasi in un "surplus" autobiografico.

La vita è "Dolce e amara",non si puo' trascendere da cio' ma solo accettarlo indistintamente, aldila' della legge o del crimine,ma questo lo si sapeva gia'.......

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