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Requiem

Regia di Hans-Christian Schmid vedi scheda film

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La recensione su Requiem

di Stuntman Miglio
8 stelle

Ispirato alla vera e tragica storia di Anneliese Michel, "Requiem" di Hans Christian Schmid è la sentita risposta europea a "L' esorcismo di Emily Rose" girato negli USA soltanto l' anno prima e trattante il medesimo e spinoso (solo per alcuni) argomento. Spogliato completamente della componente horror che caratterizzava la celebre produzione americana, il film del cineasta tedesco punta dritto al dramma psicologico e lo fa in maniera diretta ed inesorabile, trascinando lo spettatore in una vera e propria discesa negli inferi della mente umana che rimanda più a Freud che alla Bibbia. Al regista bastano poche ma essenziali sequenze iniziali per introdurci la sua protagonista : Michaela, fragile e timorata ventunenne, tiranneggiata da una madre tanto inflessibile quanto intollerante e soffocata da una comunità ai limiti del fanatismo religioso, fugge dalla più sperduta provincia teutonica per frequentare l'università ed inseguire quindi un sogno di normalità e felicità. Il film procede poi proprio come una sorta di requiem in immagini descrivendoci il travaglio della ragazza al di fuori della casa natia. Il background di Michaela, infatti, è di quelli ingombranti, impossibili da rimuovere o dimenticare e nonostante agli inizi sembri ingranare nel modo giusto trovando amicizie e perfino l'amore, le sue ossessioni le ripiombano ciclicamente addosso peggiorando di volta in volta e riflettendosi sul suo status psico-fisico. Quasi come se si stesse punendo a livello inconscio per aver abbandonato la vita precedente, nella giovane affiorano e si moltiplicano i sintomi di un forte disagio. Colpita prima da strani attacchi epilettici e perseguitata poi da ipotetiche voci nella testa, la giovane inizia a crollare vittima di un evidente stato confusionale che la porterà alla convinzione di essere posseduta da una presenza demoniaca. "Fatti vedere da un medico" le dicono gli amici, "Preghiamo assieme, Dio è amore" le dice il pastore della sua chiesa ma la forma mentis della ragazza inizia a protendere verso l'ipotesi di essere predestinata al martirio come Santa Caterina. L'esorcismo come unica forma di espiazione possibile non sarà altro che l' estrema ed inevitabile conseguenza di un processo mentale deviato ed allucinato. Prodigiosa la prova della protagonista Sandra Huller, incredibilmente intensa in tutte le sfaccettature del suo personaggio ed ottimamente spalleggiata da un cast di adulti sempre all' altezza. Soprendente allo stesso modo la prova di Schmid che dirige ottimamente i suoi attori ma che ha anche e soprattutto il merito di scegliere il registro giusto per raccontare questa storia di umana aberrazione. Messo in scena quasi tutto in interni con uso di camera a mano, frequenti carrellate e movimenti repentini di macchina da presa quasi sempre all' interno di spazi angusti, il film scorre lento ma deciso verso una parte finale dolorosa e lancinante e lo fa senza lasciarsi trasportare o condizionare eccessivamente dalla parte emotiva che volutamente traspare maggiormente nei rari momenti di felicità passati da Michaela. Azzeccata la colonna sonora con piacevoli brani "tentatori" ed appropriata la scelta di un finale non invasivo. Buon cinema, solidamente diretto e ben interpretato che non ha bisogno di artifici per colpire dritto allo stomaco.

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