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La casa degli orrori

Regia di Erle C. Kenton vedi scheda film

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Neve Che Vola

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La casa degli orrori

di Neve Che Vola
7 stelle

Mi sembra ci sia poco da dire su questo sequel a Al di là del mistero (House of Frankenstein, 1944).
Come nella pellicola precedente, tornano riuniti tutti insieme spaventosamente Dracula, l'uomo lupo, la creatura di Frankenstein e lo scienziato pazzo per fare cinque volte più paura che in precedenza. Il quinto orrore, pare incredibile, sarebbe "the hunckback", non "il gobbo", ma "la gobba", la bella infermiera Nina (Jane Adams), che oltretutto tenta per tutto il film di fare del bene, arrivando perfino a posporre l'intervento destinato ad eliminarle la gobba pur di salvare Lawrence Talbot (Lon Chaney) dalla maledizione del pentagramma, il segno della bestia (ce l'ha il 98% dell'umanità, detto segno, e loro vivono tranquilli, magari avessero tutti un centesimo del tuo buon senso, caro il mio uomo lupo!, di rinchiudersi in cella da soli o tentare il suicidio dall'alto di una scogliera!) che lo trasforma in licantropo nelle notti di luna piena.
Oltretutto, mettere la gobba tra gli orrori, mi sembra poco rispettoso nei confronti delle persone afflitte da tale problema.
Gli stratagemmi per resuscitare i mostri morti mille volte negli episodi precedenti si fanno davvero sinistri, in ciò forse risiede il lato horror: l'uomo lupo arriva sempre dal dottore bravo e buono, che spera possa aiutarlo, solo a poche ore dal sorgere della luna piena, agitato dall'inesorabile scorrere del tempo rimanente. Di solito dotato di una tal forza da sradicare un albero, stavolta non riesce neppure a fuggire di cella e, deluso, si accascia sul pavimento privo di sensi davanti ad una guardia, al dottore e la sua assistente.
Dracula si introduce nella casa del futuro mad doctor non si sa come, si trasforma da pipistrello a uomo in modo veramente buffissimo, agitando il mantello, e mentre il dottore tenta di curarlo dopo avergli permesso di stare in cantina con la sua bara per il riposo diurno pur avendo dichiarato fino ad un attimo prima di non credere all'esistenza dei vampiri e senza motivo per cambiare opinione, lui dà la caccia ad una delle due infermiere. La creatura di Frankenstein ricompare in scena grazie al tentato suicidio del licantropo: nella grotta lì appresso, trova l'uomo fatto coi pezzi di cadavere, inghiottito nell'episodio precedente dalle sabbie mobili insieme al solito scienziato pazzo (cos'abbia di più pazzo del 98% dell'umanità non si capisce), e portato fin lì dalle sabbie appunto.
Il povero dottore viene contagiato dal sangue di Dracula, e quindi si trasforma in una specie di vampiro (la sua immagine non viene riflessa) con le caratteristiche di Jekyll & Hyde.


Tutto sommato è vedibile (son sempre fedele a ciò che sentii dire a Paolo Cherchi Usai "Un film dei '50 val sempre la pena", pensando lo stesso per i decenni precedenti, immagino), ma non mi riesce di capire se sia involontariamente sciocco o volutamente parodistico (propendo per la prima soluzione).
Comunque, assolutamente niente di notevole, eccezion fatta per le ambientazioni sempre molto curate, come fa notare il Maltin.

Sempre lui, si chiede: "come si fa a dispiacersi per tali film?". Impossibile.

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